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I VALORI BORBONICI

 

Da quando la generazione precedente l’attuale ha fatto finalmente uscire allo scoperto le bandiere delle Due Sicilie le radici storiche dei cosiddetti meridionali stanno rispuntando un po’ ovunque. Con esse si riparla dei Borbone, dei Briganti e dei Valori che li hanno sostenuti nelle loro imperiture imprese.

Per troppi i valori borbonici si limitano all’orgoglio della bandiera, alla rivalutazione dei monarchi delle Due Sicilie e alla divulgazione della malaunità che ci affligge da 156 anni. In tal modo grandi onori per quanti difesero quel sacro drappo, una sorta di  indistinta”ipodulia ” per i vari sovrani, una pedissequa elencazione di crimini operati dai “fratelli d’Italia” contro i nostri indomiti antenati.

Difficilmente si scava,  per due ragioni: la prima è che ai nuovi adepti sembra subito bastante questa ventata di orgogliose novità; la secondo è che non conviene l’approfondimento per non dover affrontare la propria coscienza.

La gerarchia dei valori borbonici Dio-Patria-Re-Famiglia non consente sordidi compromessi o comode semplificazioni.  Tantissimi si lamentano degli scarsi risultati di quasi trent’anni di revisione storica con relativa azione divulgativa anche di piazza. Costoro ammettono che il sistema non funziona accusando or gli uni or gli altri senza però avvertire il problema essenziale, ossia l’interruzione dell’indispensabile  flusso valoriale.

Giova ricordare che i valori borbonici sono gerarchici strettamente,  nel senso che le esigenze della Famiglia valgono finché non cedono il passo a quelle del Re, quelle di costui valgono sino a quando sono soverchiate da quelle della Patria che è sottoposta, nelle sue scelte politiche, alla legge eterna di Dio. Così si viveva nei regni cattolici sotto i loro cattolicissimi sovrani. I famosi briganti, di cui in tanti si riempiono la bocca, seguirono questi valori e perciò dettero filo da torcere tanto duramente agli invasori,  ricolmi di antitetici disvalori. Senza i Valori Borbonici non esistono briganti e tanto meno novelli borbonici “veraci”. Siamo di fronte alla nuova razza dei “borbonici modernisti”.

Borbonici che hanno dimenticato Dio e le sue leggi ma che si pavoneggiano in Messe di suffragio a regnanti e martiri del tempo che fu, quando non sono adusi a frequentare la Chiesa Cattolica. Borbonici che offendono l’indissolubilità del matrimonio, che lucrano sulla divulgazione della verità storica, che marciano assieme a coloro che devono sviare al momento opportuno secondo mandato del potere, che agiscono subdolamente e illegalmente, che sono campioni di ipocrisia, che confondono e dividono con i fatti la schiera crescente di quelli che vogliono il riscatto dell’attuale sud. Che cosa hanno costoro di quei valori? Quanti sono piuttosto simili ai nemici acerrimi dei Borbone, i Giacobini? Belle parole ma tristi fatti! Ecco cosa si diventa discostandosi sensibilmente e perennemente dai Valori Borbonici.

Qui nessuno nasce unto del Signore ma la sua immaturità deve essere in buona fede per aprirsi al miglioramento. Un’immaturità in mala fede diventa cattiva volontà e non può sfociare in nulla di buono.

Comunque è la coscienza di ognuno che  assegna le parti. All’esterno essa può essere camuffata inizialmente;  ma prima o poi produce palesi effetti.

Solo tendendo a quei Valori,  con l’assottigliare ogni giorno la propria non maturità con la buona volontà,  è possibile affermare di rispettarli.

Allora si potrà marciare insieme perché i meno maturi si fideranno della direzione di quelli più maturi; allora si salteranno pastoie che l’esperienza ha già consigliato di evitare; allora si apriranno proficui dibattiti su come fare al meglio le cose e non su quali cose fare; allora le critiche maggiori saranno fatte allo specchio e non nei corridoi.

Fin da subito è possibile accelerare questo auspicabile processo sinergico. Quelli che condividono questo ragionamento lo mettano in  pratica serrando le file dell’azione, senza personalismi perché sarà il campo di battaglia e non la stanza dei bottoni a conferire le cariche. Ciò sarà tanto più effiace quanto più si terranno lontane le polemiche inevitabili scatenate dai  “borbonici modernisti”; ciò attrarrà irresistibilmente la massa di indecisi e confusi in buona fede per costituire finalmente l’esercito che riscatterà le Due Sicilie. 

Vincenzo Gulì