Regno Due Sicilie

Il regno che Ruggero II d’Altavilla, detto il Normanno, aveva fondato la notte di Natale dell’a.D. 1130, nella cattedrale della capitale Palermo, era un nuovo e moderno stato unitario, denominato «Regnum Siciliae». I suoi confini non cambieranno durante ben 730 anni sotto le varie dinastie che si succederanno sino ai Borbone.

Quando, papa Clemente IV incoronò re Carlo I d’Angiò, chiamò sia quello dell’Isola che il Regno di Napoli con un solo nome, specificando comunque che il nobile francese era stato investito quale «Rex utriusque Siciliae, citra et ultra Pharum», vale a dire «Re delle Due Sicilie, al di qua ed al di là del Faro», distinguendo quindi le parti continentale ed insulare di uno Stato comunque unitario. I termini «citra» (al di qua) ed «ultra» (al di là) si riferiscono alla posizione dei relativi territori rispetto al «Pharum», cioè il Faro di Messina.

Carlo, il quale fondò la dinastia dei Borbone di Napoli nel 1734 adottò inizialmente il titolo di «rex Neapolis», ma dopo aver conquistato anche la Sicilia ed essere stato incoronato nella cattedrale di Palermo, utilizzò in tutti i suoi atti la titolatura: «Carlo per la Grazia di Dio Re delle Due Sicilie e di Gerusalemme, etc. Infante di Spagna, Duca di Parma, Piacenza, Castro, etc. Gran Principe Ereditario di Toscana, etc.».

Dopo la parentesi napoleonica il sovrano Borbone, che prima di allora assumeva in sé la corona napoletana (al di qua del Faro) come Ferdinando IV e quella siciliana (al di là del Faro) come Ferdinando III, a causa del rispetto formale di due regni distinti, riunì giuridicamente in un’unica entità statuale i territori dei due Regni, proclamandosi quindi Re, con il nome di Ferdinando I, del Regno delle Due Sicilie (Regni utriusque Siciliae Rex); questo titolo venne ufficialmente assunto con la «Legge fondamentale del Regno delle Due Sicilie» dell’8 dicembre 1816.

In effetti la decisione di Re Ferdinando scaturiva da quanto messo a verbale dagli inglesi , in seguito al Congresso di Vienna del 1815. Dopo aver messo in difficoltà il Borbone paventando le pretese murattiane, la “rana più grossa dello stagno” cioè l’Inghilterra si era convinta a riconoscere la legittimità della riconferma del re di Napoli nell’ articolo centoquarantaquattro del lungo protocollo che decretava, infatti, Ferdinando “re del regno delle Due Sicilie” piuttosto che, come sarebbe stato più corretto, di “re delle due Sicilie”. Una differenza apparentemente insignificante ma che, in realtà, significava la dichiarazione di estinzione dell’antico Regno di Sicilia e l’aggregazione dell’isola nel contesto  di un regno più vasto, appunto il Regno delle due Sicilie.

Il successivo comportamento di Londra palesa le vere intenzioni di questa sorta di manfrina perché parte immediatamente la campagna diffamatoria di Ferdinando I soffiando sul fuoco dell’orgoglio siciliano attraverso gli agenti filo britannici ivi perennemente esistenti. Ciò nel grande disegno contro l’antico regno di Ruggero che l’Inghilterra bramava di sottomettere o distruggere.

La principale suddivisione del Regno (sebbene non avesse carattere amministrativo) rimase sempre quella fra la parte continentale, i «Reali Dominii al là del Faro», e la Sicilia, i «Reali Dominii al di qua del Faro», con riferimento al Faro di Messina. Tuttavia, alcuni atlanti storici di autorevoli editori indicano l’opposto, ovvero la Sicilia come dominio al di qua del faro, dimostrando così l’ufficiosità dell’uso di questi termini fino al regno di Carlo di Borbone. In questa sede, ci si è attenuti alla versione desunta dagli «Atti ufficiali, Leggi e Decreti» del periodo borbonico, contenuti nella «Collezione delle Leggi e de’ Decreti Reali del Regno delle Due Sicilie», in particolare quella dell’anno 1852, semestre II da luglio a tutto dicembre.

Sotto il profilo prettamente amministrativo, invece, il Regno era suddiviso in 22 province, di cui 15 nella Sicilia citeriore (Regno di Napoli) e 7 nella Sicilia ulteriore (Regno di Trinacria). Le province, a loro volta, erano suddivise in distretti (unità amministrative di secondo livello) e circondari (unità amministrative di terzo livello).

Per dettagli su LE PROVINCE

– I Reali Dominii al di là del Faro comprendevano le seguenti province:

 

– I Provincia di Napoli (capoluogo: Napoli)

– II Terra di Lavoro (capoluogo: Caserta)

– III Principato Citra (capoluogo: Salerno)

– IV Principato Ultra (capoluogo: Avellino)

– V Basilicata (capoluogo: Potenza)

– VI Capitanata (capoluogo: Foggia)

– VII Terra di Bari (capoluogo: Bari)

– VIII Terra d’Otranto (capoluogo: Lecce)

– IX Calabria Citeriore (capoluogo: Cosenza)

– X Calabria Ulteriore Seconda (capoluogo: Catanzaro)

– XI Calabria Ulteriore Prima (capoluogo: Reggio)

– XII Contado del Molise (capoluogo: Campobasso)

– XIII Abruzzo Citeriore (capoluogo: Chieti)

– XIV Abruzzo Ulteriore Primo (capoluogo: Teramo)

– XV Abruzzo Ulteriore Secondo (capoluogo: Aquila)

I Reali Dominii al di qua del Faro comprendevano le seguenti province:

– XVI Provincia di Palermo (capoluogo: Palermo)

– XVII Provincia di Messina (capoluogo: Messina)

– XVIII Provincia di Catania (capoluogo: Catania)

– XIX Provincia di Girgenti (capoluogo: Girgenti)

– XX Provincia di Noto (capoluogo: Noto)

– XXI Provincia di Trapani (capoluogo: Trapani)

– XXII Provincia di Caltanissetta (capoluogo: Caltanissetta)

Il Regno delle Due Sicilie cessò politicamente di esistere il 13 febbraio 1861 per la conquista piemontese senza dichiarazione di guerra. Inizialmente pochi stati correi riconobbero la legalità del Regno d’Italia. Gradualmente i legittimi sovrani degli stati invasi della penisola aderirono all’unificazione forzata, non così per l’esiliato Francesco II di Borbone che negò sempre l’assenso ai soprusi di Torino, seguito dai suoi successori.

Giuridicamente il Regno delle Due Sicilie pertanto esiste ancora…