COMUNICATO CONGIUNTO DI NAPOLI E PALERMO

17 MARZO 1861: LA LEGITTIMAZIONE DELL’ILLEGITTIMO

            Ancorché in ritardo, non è superfluo ricordare che il 17 marzo 1861 si compiva l’infausto destino dei popoli meridionali e siciliani; un destino che aveva in serbo per quei popoli ben dieci anni di violenze, stupri, saccheggi, fucilazioni e miseria e, per i decenni a venire, migrazioni di massa che sono continuate per tutti questi 153 anni e che hanno visto lasciare la loro terra milioni di contadini e braccianti prima e centinaia di migliaia di diplomati e laureati oggi. In quella data infatti veniva proclamato a Torino Vittorio Emanuele II re d’Italia. Una proclamazione illegittima perché fatta quando ancora le piazze di Messina e Civitella del Tronto ancora combattevano, più che onorevolmente, in difesa della loro terra. Illegittima perché falsamente avallata da plebisciti farsa ai quali parteciparono meno del 2 % della popolazione dell’ex Regno ed ai quali votarono illegalmente anche garibaldini e perfino soldati mercenari ungheresi che presero parte all’arrembaggio, all’annessione violenta ed agli eccidi che seguirono. Una proclamazione anche falsa come dimostrato dal numero progressivo del registro dei verbali del parlamento sabaudo che indicava l’8˚ seduta, quella da italiani, dopo la 7˚ da piemontesi,  e dal nome adottato dal nuovo re, Vittorio Emanuele II re d’Italia e non, come da prassi consolidata, Vittorio Emanuele I, sovrano di un nuovo stato. La Verità, per tali circostanze, cominciava già a far valere le sue ragioni dimostrando con quei “dettagli” che non si trattò della nascita di un nuovo stato, ma solamente e squallidamente dell’allargamento del regno di Sardegna. Non un solo aspetto  di tutto quanto riguardò quegli eventi, dall’aggressione dell’11 maggio 1860 alla dichiarazione del 17 marzo 1861, ma anche gli innumerevoli altri accadimenti successivi possono vantare il benché minimo criterio di legalità e legittimità. Questa Italia è un paese che affonda le sue radici nell’illegalità e nell’illegittimità; un paese che persegue, ancora oggi, quella infame tradizione; un paese con le radici marce; e un paese con le radici marce non può dare che frutti marci, ammesso che possa darne. E i risultati dopo 153 anni  di questa lunga ed estenuante agonia sono sotto i nostri occhi. Abbiamo assistito ed assistiamo ancora al continuo e costante degrado dei nostri valori e della nostra cultura e oggi anche a quello della nostra economia; degrado quest’ultimo che oltre ad alimentare l’incessante fenomeno migratorio soprattutto dei nostri giovani, cioè del nostro futuro, non di rado purtroppo, giunge perfino ad istigare al suicidio.

Ma gli inganni e le truffe non possono mai proseguire in eterno; prima o poi giunge quel momento in cui vengono riconosciute e sventate e quel momento è oggi. Non è infatti più procrastinabile la rivendicazione delle legittime aspirazioni umane, storiche, culturali, economiche e sociali che per tanti, troppi anni, sono state negate al nostro popolo, ai siciliani ed ai napolitani. Proprio il 17 marzo a Napoli si è celebrata la I Giornata della Memoria dei Popoli delle Due Sicilie con una solenne funzione religiosa nella chiesa di San Domenico Soriano ed un presidio informativo a via Toledo sotto l’egida parlamentare.

 

Prof. Vincenzo Gulì, presidente del Parlamento delle Due Sicilie-Parlamento del Sud®

Arch. Giovanni Maduli, v. presidente del Parlamento delle Due Sicilie-Parlamento del Sud®

 

 

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Le bande di briganti si stanno periodicamente incontrando per preparare  due importanti eventi nel prossimo mese di marzo.  Questo Parlamento naturalmente è presente fornendo ogni possibile supporto.

Il 17 marzo 1861, come si sa, è l’infausto giorno della proclamazione della conquista piemontese della penisola italiana che il parlamento sabaudo fece come una qualsiasi seduta successiva a quella del piccolo regno del nord.  Che la maggioranza la scambi per Giorno dell’Unità Italiana dipende dai mass media fuorvianti che ci martellano da 153 anni.  Che lo stato italiano la festeggi è naturale perché coloro che allora presero a tradimento il potere ancor oggi lo detengono proficuamente sulla base dello sfruttamento del Mezzogiorno. Che dagli Ebrei alle foibe ognuno abbia diritto al Giorno delle Memoria è un fatto assodato. Che gli eredi dei popoli delle Due Sicilie abbiano diritto parimenti a ricordare i loro antenati massacrati nella mai dichiarata guerra di conquista settentrionale è sacrosanto ma  prudentemente escluso dalle istituzioni.

I nuovi briganti, cioè quelli che s’ ispirano direttamente ai loro avi che per oltre dieci anni dettero filo da torcere alle orde barbare calate dal nord difendendo la propria Patria perduta, vogliono finalmente fissare il loro GIORNO DELLA MEMORIA.  Si potevano scegliere varie date, da quelle di successo come la vittoria dei Sanfedisti il 13 giugno a quelle tristi come la distruzione di Pontelandolfo il 14 agosto, ma si sarebbe dovuto fare i conti con i mezzi d’informazione attentissimi, come al solito,  a insabbiare notizie di questo genere.  Il 17 marzo, invece, i mass media sono costretti a parlare dell’Unità d’Italia e quindi indirettamente vi sarà sempre spazio per una sorta di contestazione, com’è la commemorazione di uno stato preunitario.  Del resto, proprio la nascita dell’Italia unita ha segnato ufficialmente la fine del Regno delle Due Sicilie con tutte le terribili conseguenze per i suoi abitanti che colpiscono ancor oggi  noi, loro fieri e sfortunati discendenti.  Ricordare la nostra grandezza assieme alla causa del nostro degrado è certamente opportuno e vantaggioso, con i mezzi attualmente a disposizione.  Come l’Italia rispetta sempre quel giorno, in qualsiasi giorno della settimana cade, lo faremo anche noi, non pensando tanto alle comodità (come i fine settimana)  quanto all’opportunità di incontrare, man mano in tutte le città meridionali,  più gente possibile anche in giorni lavorativi, compresi gli studenti che rappresentano coloro che ci succederanno.

Quindi dal 2014,  il 17 marzo sarà il giorno della memoria dei discendenti dei popoli duosiciliani con lo scopo di far crescere esponenzialmente il numero di coloro che sanno la verità storica. L’anno scorso a Napoli i nuovi briganti, per la prima volta coalizzati attorno a un progetto comune,  contro-celebrarono la festa dell’Unità;  quest’anno, alla stessa maniera, proclameranno la sacra memoria del nostro sommo passato. Cominciamo così dalla nostra capitale con i dettagli che al più presto comunicheremo.

A fine mese, poi, è in programma un’altra manifestazione di concerto tra i Napolitani e i Siciliani, le due componenti dei cittadini delle Due Sicilie, per dare maggior forza alle nostre ragioni e accelerare il nostro processo di riscatto, sempre più indifferibile.

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Programma della manifestazione

Sabato 15 marzo

Preparazione alla Giornata della Memoria dei Popoli delle 2 Sicilie

Volantinaggio nel centro di Napoli, via Toledo angolo via Diaz con spiegazione del significato dell’evento e invito per il 17 (h 11-20)

Lunedì 17 marzo

Giornata della Memoria dei Popoli delle 2 Sicilie.

• Funzione religiosa per i caduti dimenticati delle Due Sicilie dai soldati ai briganti, dagli emigranti morti all’estero alle vittime dell’inquinamento territoriale voluto dal nord,  h 9.30 nella chiesa di San Domenico Soriano a piazza Dante concelebrata da fra Gigino da Cava, don Luciano da Conversano, don Angelo da Meta
• Manifestazione successiva nel centro di Napoli (piazza Dante) dei vari gruppi dei nuovi briganti partecipanti con volantinaggio, esposizione di foto e immagini d’epoca (in particolare molte foto di briganti accostate alle vittime della Terra dei Fuochi), interventi liberi con altoparlanti sul senso della giornata (h 11-14) Manifestazione nel centro di Napoli (via Roma e piazza Dante) dei vari gruppi dei nuovi briganti partecipanti con volantinaggio, esposizione di foto e immagini d’epoca (in particolare molte foto di briganti accostate alle vittime della Terra dei Fuochi), interventi liberi con altoparlanti sul senso della giornata (h 11-14)

Com. stampa del 13–3-14

NASCE LA GIORNATA DELLA MEMORIA DEI POPOLI DELLE DUE SICILIE

 

Nei tempi che corrono ben poche tragedie dell’umanità sono ancora ignorate dall’opinione pubblica; quella dei popoli delle Due Sicilie a causa dell’unificazione italiana rappresenta una vergogna culturale e politica che non è più tollerabile. Una pletora di “Giornate della memoria”, da quelle prossime  a quelle remote, rimbalza costantemente sui mass media ma nessuno ha mai chiesto o concesso LA GIORNATA DELLA MEMORIA DEI POPOLI DELLE DUE SICILIE per ricordare l’immane tragedia che li colpì tra il 1860 e il 1873 con quasi un milione di morti ammazzati dalla conquista sabauda.

La storiografia ha fatto passi decisivi per poter definire questo il momento propizio per indire la sua proclamazione il prossimo 17 marzo in occasione della festa nazionale dell’unità d’Italia, affinché si stabilisca una connessione evidente in quel giorno, quale spartiacque delle condizioni socio-economiche dell’attuale Mezzogiorno, da allora in preda ad un’alloctona “questione meridionale”. Gli odierni meridionali devono finalmente tutti sapere di discendere da quei Napolitani e Siciliani che seppero fare grandi progressi in questa Terra benedetta dal Signore.

Un comitato trasversale di associazioni culturali e gruppi meridionalisti ha portato avanti il discorso aperto il 17 marzo 2013 sempre nell’ex capitale.  L’appello alla popolazione per ritrovare le radici  perdute per la disinformazione risorgimentale si articolerà in due giornate. Sabato 15 marzo vi sarà un presidio al largo tra via Toledo e via Diaz con distribuzione di materiale informativo ed invito all’evento del 17. Lunedì la giornata comincerà alle 9.30 con una solenne funzione religiosa, concelebrata nella chiesa di San Domenico Soriano a piazza Dante, in suffragio delle centinaia di migliaia di vittime duosiciliane nel cosiddetto risorgimento, proseguirà nella stessa piazza con un altro presidio divulgativo in cui si discuterà con i passanti della terribile situazione del Meridione da cui si potrà uscire solo recuperando i valori del nostro orgoglioso passato.

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 Finalmente anche i Duosiciliani hanno il loro giorno della memoria per ricordare i troppi caduti per evitare la colonizzazione della loro Patria. Nella centralissima Piazza Dante, Foro Carolino dei bei tempi, sotto l’ombra della chiesa di San Domenico Soriano, ove si è svolta la concelebrazione religiosa,  si è svolto il presidio degli attivisti che ha divulgato l’importante notizia. Alla pagina Face Book 

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una ricca rassegna fotografica sull’evento. Un caloroso ringraziamento per gli intervenuti graditissimi e per gli assenti egualmente graditissimi. In particolare un infinito grazie ai presbiteri convenuti per la sacra funzione fra Luigi Petrone da Cava de’Tirreni, don Luciano Rotolo da Conversano e mons. Angelo Castellano da Meta. Nel 1799 dalla sinergia altare e trono si liberò il regno, dopo oltre due secoli quell’epopea va seguita, ovviamente nella sostanza, perché è l’unica strada che gli odierni meridionali non hanno mai battuto per il loro riscatto. [V.G.]