pasqua2016

Gli auguri di questa Santa Pasqua di Risurrezione 2016 partono naturalmente dal trionfo di Cristo Gesù dalla morte e dalle iniquità della vita che deve rappresentare l’esempio per ognuno di noi che diventi degno di essere chiamato Uomo. Proseguono poi automaticamente alla risurrezione dei popoli oppressi, colonizzati, schiavizzati, conquistati e dispersi dalla satanica avidità dell’inciviltà umana. Si prenda esempio dal fiero popolo irlandese che sta festeggiando alla grande il primo centenario della sua indipendenza dai predoni inglesi che lo tennero in soggezione per quasi 500 anni e che proprio nella Pasqua del 1916 ottennero la loro emancipazione. A Dublino e in tutto il libero Eire la gente scende in strada con bandiere e simboli identitari per esprimere l’amor patrio. Il pensiero va ai loro fratelli dell’Ulster ancora sotto la dominazione britannica e ciò nonostante saturi di sacrosanto nazionalismo e quindi fiduciosi che vedranno il giorno della redenzione. Nelle Due Sicilie il riscatto sembra lontano ma la nostra identità sta prorompendo in maniera preoccupante per gli invasori mai legittimati da 155 anni di mala e illegale unità. Forse passa attraverso ognuno di noi questa anelata risurrezione perché nessun popolo può risorgere se i suoi componenti rimangono morti dentro. La nostra risurrezione non può prescindere dai valori che connotarono la nostra Patria, proprio come accadde per gli irlandesi di un secolo fa che si compattarono, lottarono e vinsero nel pieno rispetto della Tradizione. Probabilmente è questa la remora che rallenta la nostra liberazione. Violatori della tradizione familiare, antimonarchici ottusi e confusi, inventori di patrie minori, laicisti impenitenti si illudono di cavalcare l’onda del nuovo meridionalismo. Essi invece finiranno nei gorghi prima di accorgersene perché i compromessi culturali sono soltanto neo-giacobinismo e giovano ineluttabilmente ai nostri nemici e carnefici. Che il Cielo voglia soccorrere quanti condividono queste parole perché ogni sommovimento sociale non è stato mai frutto di molte persone ma solamente di persone speciali.  [V.G.]