Al rientro dei Savoia in Italia nel famoso 15 marzo 2003 (giorno che potrebbe essere ricordato come vera rinascita della Nazione Duosiciliana), gli adesivi indietrosavoia si sparsero a profusione: sui giornali, sui manifesti, sulle auto, sul petto dei manifestanti, sui pali stradali, sulle vetrine dei negozi, in TV, on line, ecc…

Il NO dei  Meridionali all’ingresso ufficiale dei Savoia a Napoli fu chiaro ed inequivocabile. Lo capirono anche le forze dell’ordine che prudentemente consigliarono i principi sabaudi di disertare la visita al Duomo: una fuga ignominiosa ma coerente con la natura dei personaggi.

Due anni  dopo, 15 settembre 2005,  a Lenola (LT) di nuovo Emanuele Filiberto e famiglia invitati in pompa magna dalle autorità locali. Anche altri luoghi sono stati infestati dopo la fine dell’esilio dagli eredi maschi Savoia, ma non in forma ufficiale per lo meno nei territori del grande regno borbonico da essi proditoriamente distrutto. Era pertanto doveroso far risentire alle auguste orecchie savoiarde di Filiberto la voce di chi conosce la storia della sua poco onorevole casata specialmente nei suoi letali rapporti con il Mezzogiorno d’Italia.

Era previsto il ricevimento in Municipio dove si erano dati appuntamento quelli che non sono ignoranti in storia savoiarda, ma il solito consiglio poliziesco aveva fatto cambiare programma. Blitz (non annunciato) la sera precedente al palazzo comunale e solo visita al Santuario il giorno dopo: l’atavica fuga di ogni vero Savoia!  In tal modo  la voce si è diffusa e molti non hanno ritenuto opportuno contestare il personaggio avanti alla Chiesa della Madonna del Colle (dove la sua prononna avrebbe ricevuto una grazia, anche se scomunicata come savoiarda.

Mentre si scioglieva (fisicamente o telefonicamente) il concentramento degli appassionati di storia delusi dal cambio di programma, una delegazione di neoborbonici decideva di portarsi al colle del Santuario, dove era prevista l’oscura presenza sabauda.

Senza chiasso, disordini o sventolio di bandiere il gruppetto di duosiciliani ha scorto il poco augusto principe, circondato dalla piaggeria indigena, che distribuiva sorrisi a dritta e a manca,  ricevendo complimenti ed omaggi.

Allo scrivente (che aveva organizzato il Comitato Antisavoia nel 2003) l’adesivo di cui sopra è incominciato ad agitarsi in tasca. Nessuno dei suoi mille e mille fratelli aveva avuto il piacere di essere consegnato direttamente al discendente del grande ladro ed usurpatore Vittorio Emanuele II; egli l’aveva visto sui mass media, ne aveva sentito parlare da chi si rammaricava che i Meridionali fossero ancora borbonici, ma mai lo aveva avuto in mano.

Eludendo il numeroso ma blando servizio di vigilanza (pubblico e privato) l’adesivo è stato fulmineamente porto a Filiberto che aveva evidentemente giudicato l’attempato signore che si dirigeva verso di lui un ammiratore affascinato irresistibilmente. Filiberto lo ha istintivamente preso e guardato. Il suo volto è sbiancato di colpo assumendo un atteggiamento terribile. Ha immediatamente passato il dischetto adesivo (che gli sarà sembrato rovente assai) ad un cortigiano come se la sua mano si fosse ustionata.

Peccato che non è stata immortalata la scena, nonostante i tanti fotografi presenti, per la rapidità dell’avvenuto.

La Digosè quindi intervenuta ma tutto quello che si voleva fare era stato già fatto in nome della verità storica e della libertà di opinione, senza violenza né offesa alcuna. Eppure c’è stato l’invito perentorio ad andare verso un’auto della PS per l’identificazione (lenta per far respirare il nobil uomo sabaudo) prima dell’autore e poi di altri filo-borbonici presenti. Tanto rumore per nulla, dal punto di vista giuridico!

Apprendiamo adesso che E.Filiberto, direttamente da Lenola si è recato a Venezia per una festa vip lo stesso giorno 15. Riporta il giornale Emilianet Gossip che lo hanno visto ubriaco fradicio e dedito a crapule vergognose. Saranno i primi effetti dell’adesivo neo borbonico? Forse i primi rimorsi per il male fatto al Sud dagli antenati?

Il Sanfedista