Anche quest’anno i filo-borbonici ricorderanno a Gaeta l’ultimo atto dello stato duosiciliano che fu costretto a capitolare 152 anni or sono di fronte ai barbari nord-italiani.

Il raduno fu organizzato 21 anni fa dal compianto avv. Silvio Vitale , spirito integerrimo e autorevole del mondo pre-neoborbonico. Esso si svolgeva attorno al 13 febbraio nei pressi della fortezza che fu l’ultimo baluardo del libero Regno di Napoli. La riscoperta della vera storia del periodo aggregò costantemente studiosi e intenditori da ogni parte, esponenti di Casa Borbone, istituzioni locali interessate soprattutto al lato turistico. Per anni storia e folclore dominarono gli incontri di Gaeta dando piena soddisfazione agli aderenti. Il compiacimento per i vari anniversari era strettamente connesso agli intendimenti dei partecipanti: i locali per il business che si creava, i Borbone per la notorietà che cresceva, gli storici per i progressi della conoscenza, gli aderenti per le emozioni suscitate.  Naturalmente l’evoluzione nel tempo non intaccava la voglia dei primi, saturava pian piano quella dei secondi, esauriva sostanzialmente quella dei terzi e salvaguardava quella degli ultimi solo grazie al continuo ricambio man mano che il fenomeno si divulgava. Da questi cambiamenti scaturirono negli ultimi anni due correnti di pensiero. Da un lato quelli pervicacemente imbalsamati nel segno delle primissime edizioni: trita e ritrita storia borbonica, sfilate in costume, struggente nostalgia. Dall’altro, quelli proclivi a fornire risposte ai tantissimi che, dopo essersi emozionati la prima volta sugli spalti della batteria Transilvania nel lancio di fiori per i caduti borbonici , erano pervasi non tanto da un obsoleto sentimento di rivincita quanto da un forte desiderio di invertire la distruzione della società meridionale in atto ininterrottamente dal quel fatidico 13 febbraio 1861. Cogliendo i mutamenti interni e d esterni (dei frequentatori e del Sud schiavizzato),  nacque così un gruppo di persone  in disaccordo con la riproposizione della consueta solfa, nonostante il suo sostegno di persone importanti, intenzionate fermamente a non rischiare nulla di quanto conseguito.  Dopo gli incontri erano cominciati gli scontri di Gaeta….

Ed eccoci agli ultimi tempi in cui si organizzano due raduni per Gaeta. Uno ingessato ai tempi remoti ma con l’appoggio di nomi famosi, l’altro rivolto al futuro del Sud (nell’autentico spirito neoborbonico) che prende solo slancio dalla gloria della resistenza di Gaeta e che può vantarsi dei veri eredi dell’avv.Vitale che lo inventò.

Chi non conosce la storia dei ritrovi di Gaeta rimane confuso e valuta superficialmente le due date che spesso si sono succedute in una settimana, scegliendo a volte per comodità e reputando entrambe simili e  lodevoli. Tra i frequentatori di Gaeta vi sono quelli che propendono a prescindere per l’imbalsamazione o la gessatura, il folclore e la nostalgia; vi sono addirittura quelli che sono presenti ad ambo le manifestazioni.   Naturalmente per i problemi incalzanti degli odierni meridionali,  i succitati non servono assolutamente perché non avvertire o sottovalutare le differenze  prima esaminate vuol dire essere un vetero-borbonico (nonostante si usino appellativi allettanti) , ossia un simpatizzante dei fasti del passato a mero titolo platonico e accademico. La Gaeta 2013, che discende direttamente e legittimamente dalla prima, è  formata invece da coloro che sono disposti e capaci di coniugare passato, presente e futuro per offrire al triste quadro attuale della società al di sotto del Tronto e del Garigliano un punto di riferimento e di azione per l’ultima possibilità di riscatto consentita dai colonizzatori. Costoro pretendono di concedere uno spazio per la revisione storica nei limiti dell’altra Gaeta che evidentemente non li tocca sostanzialmente (ed è quindi inutile per il Sud). Oggi devono fare i conti ancora con la legittima Gaeta ma hanno programmato la sua abrogazione mediante quelli che hanno il potere a tutti i livelli.

Qui, si ribadisce, non si è contro la riscoperta della storia bandita o la ripresentazione di antichi simboli, ma omnia cum tempore. Ora è tempo di affrontare la sfida dei nostri giorni, di agire per la salvezza del Sud che muore, di combattere chiunque sia da ostacolo a spezzare le catene dei meridionali.

Per il 2013 c’è un imprevisto accavallamento di date a febbraio tra l’anniversario di Gaeta e le elezioni politiche.  Non è quindi possibile scansionare a 7 giorni come negli ultimi anni le due Gaeta (del resto il generale inverno già lo sconsigliò ai più freddolosi e pavidi nel 2012…) e quella legittima e attivista per i destini del Sud si farà in primavera in data che sarà tempestivamente comunicata.

Nel programma della Gaeta di febbraio il futuro del Sud è pressoché totalmente, ufficialmente e clamorosamente assente. Giusto il contrario di quello che sarà la Gaeta di primavera.

Alla legittima Gaeta che è stata giocoforza rimandata, ci aspettiamo di incontrare gli autentici patrioti duosiciliani  e non certamente  quelli che temono di perdere privilegi grandi come i loro sogni o piccoli come la loro realtà.

Vincenzo Gulì