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Questa è la nostra foto che al minuto 62 della ripresa di Napoli-Torino è andata sul web, primizia della nostra voglia di riscatto

 

Da giorni la tifoseria napoletana era in agitazione per il tam tam sul web che invitava simpatizzanti e gruppi filo borbonici a sfidare le assurde restrizioni regolamentari riportando le bandiere delle Due Sicilie al San Paolo , dandosi appuntamento nella curva B, in occasione della partita con il Torino, squadra che ha il nome dell’ex capitale sabauda. Attivisti e non, briganti ed affini, si sono ritrovati sugli spalti di Fuorigrotta introducendo furtivamente vessilli gigliati assieme alle tante bandiere e alle tantissime sciarpe azzurre con stemma. I tifosi “padroni”della curva B sembravano solo tolleranti ma c’era una grossa sorpresa in preparazione. Al minuto 16° del secondo tempo, cioè quando il timer segnava 61° in ricordo del funesto anno 1861 in cui venne a tradimento distrutto il libero e prospero regno delle Due Sicilie, è stato esposto un grande striscione in due parti: LAGER FENESTRELLE e sotto NAPOLI CAPITALE CONTINUA AD ODIARE. La revisione storica di questi ultimi 25 anni sta dando quindi i suoi frutti più che maturi. Il risentimento verso quella città dei “piemontesi” la dice tutta sulla preparazione culturale di molti tifosi estremisti azzurri. Il gruppo autore è “Ultrà Secco Vive della Masseria Cardone” a cui vanno i nostri complimenti vivissimi. Spiace molto, invece, che la maggior parte dei 40 mila presenti allo stadio non abbia compreso quelle parole. Ma l’eco del fatto andrà ad allargare comunque, se non la conoscenza, almeno la curiosità storica. Già alcuni siti sportivi hanno cominciato a commentare ma hanno commentato a sproposito altri scandalizzati, nel loro presunto candore, dal verbo “odiare”. Se tutte le sofferenze nostre fossero circoscritte al terribile periodo postunitario, forse si potrebbe discutere sulla durezza dell’espressione. Ma le migliaia di soldati sterminati nelle decine di lager del nord hanno purtroppo un mortale riverbero oggi nella Terra dei Fuochi. A Fenestrelle non si ammazzarono i prigionieri con esecuzioni ma semplicemente tormentandoli con stenti inauditi sino alla loro morte; nella Terra dei Fuochi nessuno spara addosso alla popolazione ma si continua a riversare rifiuti tossici con contagi terribili sino alla morte di migliaia di persone. Legittima difesa ed odio si fondono e si confondono se vogliamo cambiare questo genocidio in atto.

Ben venga pertanto il ricordo di Fenestrelle con tutto quel che ne consegue se vogliamo sopravvivere.

Onore allora agli Ultrà della curva B e due inviti.

Il primo a ripetere ogni 61° minuto di una partita la trasmissione di un’informazione storica per svegliare i troppi che ignorano (i temi potrebbero bastare per diversi campionati…).

Il secondo riguarda l’identità dei martiri di Fenestrelle e simili: essi sono nostri antenati nati dal Basso Lazio agli Abruzzi, sino al Salento e alla Sicilia. Non solo Napoli ha il diritto e il dovere di ricordarli. A quando le altre città del Sud?