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Per i duosiciliani oggi è un giorno assai funesto perchè 157 anni fa cominciò l’invasione della nostra Patria. La storia di regime diffuse l’immagine fasulla, commissionata ad arte, del giubilo popolare per l’arrivo dei liberatori. La cronaca di uno dei “mille” smentisce inconfondibilmente le panzane ancora oggi insegnate a scuola. Spetta a ognuno di noi che conosce la verità dare un colpo di piccone alle colonne portanti di questa Italia irrealizzata e irrealizzabile.

Vincenzo Gulì

Ecco la narrazione del fatto storico dal libro “Il Saccheggio del Sud” dello scrivente:

A questo punto si colloca il gravissimo errore di Francesco II di inviare il mar.Nunziante a reprimere i moti siciliani. Insieme a Filangieri, che è al governo, Alessandro Nunziante rappresenta l’uomo più autorevole della casta militare del Regno. Ma la vita abbastanza lunga che ha trascorso lo fa indicare come uno di quelli avidi e intolleranti alla prosecuzione della politica economica dei Borbone, una volta scomparso il prestigioso Ferdinando II. Infatti ha usato il potere per far crescere il valore delle proprietà ducali di sua moglie, per far erigere nuove strade pubbliche per il suo palazzo di Pizzofalcone, per ottenere comodi e ingiustificati prestiti dalla Cassa di Sconto. Da tempo è stato plagiato dalla setta che lo ha adoperato a puntino nella preparazione dell’attentato di Agesilao Milano e della sua affrettata condanna a morte per cancellare le prove del complotto. Anche il dissolvimento delle ingenti truppe mercenarie svizzere è opera sua e del suo amico Filangieri. La fiducia smisurata nel prossimo farà compiere al Re ripetuti atti controproducenti che suoneranno come autentici colpi di piccone che, alla fine, abbatteranno il Regno. Così il non prendere iniziative per rispetto degli anziani esperti che lo circondano, affidando nelle loro lerce mani il destino della sua dinastia e, quel che più conta, di oltre nove milioni di meridionali, lo farà ammantare di un alone di inettitudine che gli farà perdere progressivamente la lealtà dei tanti duci indecisi che lo osservano.

Nunziante, arrivando a Palermo, fa togliere lo stato d’assedio che era stato idoneo per disattivare quasi del tutto la ribellione. Inoltre concentra nella città panormita quasi tutto l’esercito regio. Dalle porte non più vigilate frotte di sobillatori entrano spargendo notizie fasulle su grandi successi dei rivoltosi e sulla redentrice spedizione di Garibaldi annunziata quotidianamente come imminente. Si verifica allora l’incredibile situazione che a Palermo, e in generale in tutta l’isola, vi sono dei focolai rivoluzionari tenuti sotto controllo, anche se non spenti del tutto, prima che venga Nunziante; l’allentamento dei freni del maresciallo corrotto fa ridivampare il fuoco settario ma ufficialmente egli manda a Napoli dispacci che descrivono la situazione come migliore, e quindi più tranquilla di prima; al contrario tutto è peggiorato per la più fievole pressione militaresca. A questo punto il comandante delle navi sarde telegrafa a Torino che la Sicilia è quieta “fuorchè Marsala”. Questo è un evidente messaggio in codice che indica il luogo preciso e sicuro per lo sbarco dei “Mille”. Tutti avrebbero dovuto comprenderlo se avessero avuto la volontà di impedire l’invasione; ben lo comprende il comandante delle navi inglesi che si precipita nel porto eletto per coprire le operazioni concordate migliaia di chilometri più a nord.

In ogni modo la sera del 10 maggio 1860 i due legni di Garibaldi sono avvistati nelle acque territoriali e parte dal comando di Napoli l’ordine di fermare con ogni mezzo la spedizione prima che prenda terra l’indomani, diretto alla piccola flotta che sorveglia le coste sicule formata dalla fregata Partenope e dagli incrociatori Stromboli e Capri. Il capitano di quest’ultimo bastimento da guerra, Marino Caracciolo (la forza dei nomi è a volte sorprendente!), riesce  a convincere gli altri a disattendere gli ordini, facendo l’11 maggio impunemente passare le navi garibaldesche. Il “Piemonte”, con a bordo Garibaldi, entra nel porto come al rimorchio di un battello inglese. Ma all’imboccatura del porto è in attesa lo

“Stromboli” che segnala di essere in procinto di aprire il fuoco. Frattanto anche il “Lombardo” è sopraggiunto e per primo sta per incominciare le operazioni di sbarco  favorite dalla presenza di un nugolo di barche piemontesi e di carriaggi vari sulla banchina per il celere allontanamento degli stranieri arrivati. Inoltre, si ripete, dappertutto sono disseminati mercanzie e marinai inglesi. Quest’ultima circostanza fornisce all’ammiraglio britannico la preconfezionata scusa per chiedere al comandante napoletano Acton di attendere il ritiro dei sudditi di Londra per sparare, per non correre il rischio di colpirli. Naturalmente tale assurda petizione sarebbe stata inascoltata in qualsiasi altra nazione del mondo se a recepirla ci fosse stato un leale duce indigeno. Acton, invece, non aspetta altro per perdere tempo e aderisce subito. Ovviamente quando l’ultimo masnadiero in camicia rossa o, come la maggioranza, senza segni di riconoscimento come  veri banditi, si è allontanato  sui carri, dopo essere serenissimamente sbarcato in armi in terra straniera con la marina militare di fronte, anche l’ultimo marinaio albionico risale sulle sue navi. A questo punto il copione della commedia che si sta recitando prevede le cannonate dimostrative dei regi: alcune salve scuotono il molo ferendo di striscio qualche imprevisto ritardatario. Il tradimento di Acton è provato dal fatto che mentre dal “Lombardo” si scendeva  a terra colla determinante protezione inglese che aveva ottenuto di non far sparare sulla banchina, se fosse stato in buona fede, cioè solo soggiogato dalla bandiera britannica, poteva comunque far fuoco sul “Piemonte” in attesa solitaria e con a bordo Garibaldi. Per di più l’ineffabile Acton invece di mandar giù i suoi uomini all’inseguimento dei garibaldesi che, stanchi e spaesati, potevano essere impegnati attirando l’attenzione delle truppe di terra, pensa bene di impossessarsi delle navi di Garibaldi ormai vuote.Di questa “cattura” se ne vanterà persino a Napoli!