OSSERVATORIO DELLE SEVIZIE STATALI ALLE 2 SICILIE

1. INCENDI SUL VESUVIO

Dopo 156 di colonizzazione gli odierni meridionali si offrono totalmente frastornati alle normali sevizie del potere. Da questo osservatorio vogliamo lanciare un grido di dolore, di rabbia e di allarme affinché chi ancora culla letali illusioni non possa poi dire “io non sapevo”. In questi giorni l’area attorno al Vesuvio sta bruciando per roghi dolosi appiccati da avventurieri estranei o insensibili alla propria terra. Uno stato che non  contempla la prevenzione si trova apparentemente in difficoltà per intervenire a difesa dell’ambiente e della salute sociale. Chi conosce qualcosa di finanza pubblica intuisce che è molto più lucrativo per gli speculatori, a monte e a valle della spesa delle istituzioni, erogare risorse in stato di emergenza. Come è più economico assottigliare le forze preposte a questi eventi calamitosi. Di che parliamo allora quando chiediamo aiuti più solleciti e poderosi? E quando vorremmo una vera sorveglianza dei nostri boschi?  Sono tutte chimere attese da una patria imposta e matrigna che da sempre non ci considera figli suoi, come i tosco-padani. Avendo perso la nostra patria duosiciliana noi siamo dal 1861 effettivamente figli di nessuno, come recita lo striscione che il P2S ha predisposto per solidarietà con quelli che lottano con lo scopo di far loro aprire una buona volta gli occhi e rendersi conto dell’amarissima verità.

L’unica strada immediata che ci resta è riappropriarci del nostro territorio. Nel senso di diventare ognuno sentinella della zona in cui vive non per tutelarla da solo ma per poter almeno dare l’allarme in caso di oggettivo rischio soprattutto da malintenzionati.  Ogni zona deve avere un capo area a cui rivolgersi, collegato ad altri suoi simili incaricati volontariamente in maniera da mettere in atto un piccolo drappello, quelli che gli anglofili chiamano task-force, capace di  pretendere l’invio dei soccorsi   disponibili o addirittura di sostituirli se mancanti o esigui.

Gli abitanti di Ercolano, Torre del Greco, Boscotrecase, Boscoreale ecc. non devono atterrirsi né illudersi nell’aiuto necessario delle istituzioni. Devono mobilitarsi per il futuro per controllare il proprio territorio e renderlo difficilmente violabile. Bisogna riaccendere l’amore per la terra che da un secolo e mezzo ci hanno sradicato violentemente. Inconsciamente avvertiamo che questa terra appartiene allo stato illegittimo e restiamo indifferenti al suo regolare scempio fino a che non ci tocca direttamente quando è troppo tardi reagire. Invece la terra che racchiude le ossa dei nostri fieri e felici avi appartiene visceralmente e indiscutibilmente solo a noi loro posteri. Abbiamo quindi il dovere di essere i suoi paladini non per un vacuo senso civico, che non ci spetta essendo figli di nessuno ,  a carattere nazionale ma per  la passione che sgorga dalle nostre radici che si riscoprono e che ci unisce nuovamente dal Tronto al Lilibeo.