La merespigolatrice di Sapri

Oggi la parola dittatura gira fin troppo sulla bocca di tanti che ne paventano l’instaurazione ma in campo culturale essa è un’amara e solida realtà da ben 160 anni per quel che concerne la storia di quelle che furono le Due Sicilie . Fino a qualche decennio fa la repressione era immediata e ferrea contro i coraggiosi che osavano dubitare degli assurdi dogmi risorgimentali. Poi il numero e la qualità dei revisori storici è cresciuto talmente da allentare finalmente la morsa mendace che stritolava la realtà. E’ il momento allora di smantellare un’altra fiaba risorgimentale.

A quelli di una certa età avranno sicuramente imposto lo studio di una poesiola mediocre che però era utilizzata per raccontare una delle famose favolette preparatorie della forzata unificazione: La spigolatrice di Sapri. La ripetizione asfissiante del subisso di fole che riguardava Pisacane ha colpito tante generazioni di scolari da far diventare verità qualcosa di assolutamente divergente da essa.

Eppure bastava solo un po’ di attenzione per accorgersi delle incoerenze della narrazione della famigerata spedizione. Altrove ci siamo già occupati della questione del traditore (cliccare per dettagli) ma ora vogliamo intervenire su una simpatica querelle sorta all’inaugurazione di una statua alla spigolatrice fatta recentemente a Sapri.

Non era spigolatrice e non era di Sapri!

Da tempo ormai è stato ribattuto alle scemenze pseudo poetiche di Mercantini eccependo che la zona di Sapri non è stata mai ricca di coltivazioni di grano da far immaginare donne in aiuto degli uomini per raccogliere le spighe ma, soprattutto, andando ad approfondire l’identità di questa tanto decantata spigolatrice. Ebbene agli atti giudiziari e di polizia borbonica c’è, nei giorni successivi allo sbarco, il decesso di una certa Rosa Perretti (o Ferretti secondo una tradizione orale), da Montesano e non certo Sapri, che notoriamente nella zona esercitava il mestiere più antico del mondo. I pochi avventurieri e i molti evasi da galera che seguirono Pisacane si servirono di lei prima di liberare il popolo. Poi, nell’onnipotenza predatoria che li animava,  la scacciarono senza pagarla e, alle sue rimostranze, la uccisero. Tranquillamente la Ferretti può essere definita meretrice e non spigolatrice; volendo è una merespigolatrice !

Senza pretendere altre prove per tutta la triste e squallida vicenda, perché volutamente occultate o distrutte, qui si vuole far rilevare l’ironia della sorte che ha fatto realizzare questa statua  di Rosa (visibile a destra nell’immagine) che, senza ombra di dubbio, dà repentinamente l’idea della meretrice e non della spigolatrice per le evidenze esibite…

Ora Sapri ha la sua merespigolatrice che rappresenta un’altra picconata al castello di bugie intorno a Pisacane & C. La gente ormai è informata, anche visivamente, e l’eroe caduto per amore del popolo è sempre più lontano e va sostituito dal terrorista prezzolato mandato in avanscoperta per distruggere non tanto il regno del Borbone quanto la sua politica sociale ancora pervicacemente ignorata o celata da troppi che pur blaterano di teorico socialismo…

Vincenzo Gulì

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