In tutti i settori le verità bisogna andarle a spulciare tra tante bugie che le confondono. L’addio di Mazzarri al Napoli è spiegato bene solo dalla seguente dichiarazione:

http://www.tuttonapoli.net/?action=read&idnotizia=149330

 

I fatti sono molto evidenti: per diventare veramente vincente il Napoli deve fare il salto di qualità e di corrispondente impegno finanziario. Ciò non perchè è automatico prevalere in questo modo ma perchè il 99% delle squadre del mondo trionfa così. Questo Mazzarri l’avrà ripetuto a iosa a De Laurentiis  senza ottenere adeguate risposte e promesse. Poi, lampantemente in questi ultimi 2 anni, è cominciato un dialogo a distanza in cui il tecnico ha “parlato” schierando nei momenti di necessità i presunti rinforzi a disposizione con puntuali fallimenti (verso la vittoria) in Italia e in Europa. Con Dela che vuole per forza entrare in quell’1%  che vince senza investire e con bilanci non alla pari (come imporrebbe il fair-play) ma in attivo con risorse inutilizzate per il calcio, per Mazzarri il futuro sarebbe stato una sicura delusione. Invece, altrove non potrà che migliorare il livello che gli sarà offerto. Questo ragionamento si estende purtroppo anche ai migliori giocatori, Cavani in primis. Le ambizioni del capocannoniere 2013 non possono limitarsi ai Coppe Italia o piazzamenti per la Champions, chi non vince, specialmente in Europa, non fa testo  e non raggiungerà mai la fama che gli compete. Altrove avrebbe tutto: gloria e denaro. Qui rimane un provinciale a causa della politica societaria. Obiettivamente il Napoli è oggi formato da un gruppo a perfetto grado di maturazione per trionfare a condizione che si innestino  4 o 5 giocatori di sicuro affidamento internazionale e che ci si liberi di altrettanti, venuti per errori di scelta e dannosi per essere utilizzati (per benevolenza o tentativi di vetrina sul mercato) nei momenti meno opportuni. Questo meriterebbero i milioni e milioni di tifosi azzurri nel mondo e questo hanno chiesto le Curve nell’ultima partita al San Paolo mentre il presidente blaterava a centro del campo. Questo bisogna trovare il modo di far comprendere, con qualsiasi mezzo, al temporaneo proprietario del Napoli che è patrimonio della storia del mondo perché ha un nome che, per grandezza e potenzialità,  fa tremare le vene e i polsi di amici e nemici al di là dello spazio e del tempo. [V.G.]