TORRACA: DALLA VISITA DI FERDINANDO II ALLA QUESTIONE MERIDIONALE

A Torraca finalmente sono state avvertite altre tracce risorgimentali in un territorio ricco di eventi storici che per troppo tempo sono stati ricordati in maniera monotona e parziale, assecondando pedissequamente la storiografia dei vincitori. Nella rievocazione della visita alla cittadina di re Ferdinando II nel 1852, un gruppo variegato di studiosi di storia di Napoli ha affrontato l’argomento sfociando ineluttabilmente nelle cosiddette rivoluzioni dell’Ottocento. Esiste un fil rouge da quella del 1799, attraverso il 1821, 1828, 1848 e. in conclusione, il 1860  che dimostra chiaramente l’ostilità popolare ai venti sovversivi, che sempre spirarono dall’estero con l’appoggio dell’aristocrazia scontenta dei regnanti borbonici. Infatti il popolo era costantemente con il sovrano che lo proteggeva proprio dall’avidità di baroni e borghesi arricchiti. Le rivoluzioni, volute da lontano da chi mirava a egemonizzare il futuro, andavano quindi lautamente finanziate per poter organizzare forze mercenarie tali da impensierire le legittime autorità. E quando non bastavano i ducati dei nobili intervenivano addirittura banchieri stranieri a far divampare disordini, come il livornese Adriano Lemmi che sovvenzionò il personaggio più famoso in zona, Carlo Pisacane. Costui si rivolgeva alle masse popolari chiedendo assurdamente di cambiare un sistema che le tutelava per consegnarle alle grinfie dei potenti. Non valgono le parole ma i fatti che le seguono e i bravi cilentani nel 1857 lo capirono a volo…  Il benessere che con Ferdinando II il regno delle Due Sicilie conseguì è dimostrato da recenti e inoppugnabili ricerche di archivio e giustificava l’affetto per il re ovunque si spostasse, proprio come accadde 170 anni fa a Torraca.   Probabilmente con più eventi culturali capaci di sviscerare lati quasi mai esaminati della nostra storia territoriale potrebbe elevarsi l’orgoglio e l’amore per le città di origine ed invertire il trend della peggiore crisi economico-sociale che si ricordi nel Mezzogiorno d’Italia.

 

Gli interventi di Vincenzo Gulì

Altri interventi della serata:

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