Non è più tempo di protestare, nè di cercare di informare perchè il massacro di quello che fu il territorio della grande nazione duosiciliana è tanto violentemente sotto gli occhi di tutti che bisogna solo chiedersi la ragione per cui inchieste, libri, cortei, lutti non hanno prodotto alcun miglioramento.
La presa di coscienza ormai c’è stata con conseguenze diverse senza però riuscire a modificare la situazione. Essa si può sintetizzare, innanzitutto, nella strategia di smaltimento dei rifiuti speciali delle industrie italiane (ormai per definizione settentrionali) che solo spargendoli qua e là per il paese riescono ad abbassare i loro costi di produzione, resistendo nella concorrenza internazionale; essendo sature le zone in cui sono ubicate, ultimamente li scaricano a sud con la connivenza delle istituzioni locali e l’intervento della malavita. Ancora, nel progressivo impoverimento dell’economia meridionale che ha reso gli operatori totalmente malleabili per consentire la persistenza di industrie fortemente dannose (come a Taranto), nella chiusura sistematica del medio-piccolo commercio (inglobato nella grande distribuzione collegata alla grande industria) e nella completa anti-economicità dell’agricoltura che aprono le porte all’acquiescenza allo scempio del territorio per una manciata di euro. Infine, nella risposta istituzionale del problema sanitario dei residenti; prima con la totale e ipocrita negazione e successivamente con l’avallo delle dichiarazioni di “pentiti” che sono state divulgate meglio delle sentenze giudiziali. Quest’ultimo fatto va approfondito e si lega all’appellativo dato alla zona un tempo celeberrima Campania Felix ed oggi Terra dei Fuochi. Solo parzialmente convincono i falò provocati per far sparire i materiali o ricavarne residui preziosi (come il rame) perchè se quasi sempre sono necessarie sostanze incendiarie che non riescono nemmeno a distruggerli, vuol dire che non è questo lo scopo dei roghi. Effetto della Terra dei Fuochi è inquinare anche l’atmosfera, oltre che le falde freatiche, e opprimere gli abitanti anche visivamente. Ciò provoca due risultati: da un lato il vero e proprio sterminio di massa in atto degli odierni meridionali (con punte terribili nel Casertano e nel Tarantino) e dall’altro nel colpo finale inferto alla residua capacità produttiva locale, legata a merci di eccellenza come la mozzarella che allarga la sua ombra letale su tutto quanto ancora qui si coltiva e manifattura. Del resto anche per i rifiuti normali gli stessi responsabili collaborano strenuamente per avere le medesime conseguenze. Le strade ingombre di spazzatura vanno addebitate a chi potrebbe impedirlo. Vi sono numerosissimi controllori della sosta a pagamento con sanzioni immediate, perchè non farlo per l’abbandono di immondizia che è enormemente più importante?
Noi stessi residenti scartiamo i nostri prodotti perchè l’informazione (in mano ai padroni) ce li dipinge pericolosi e accettiamo stolidamente quelli di provenienza diversa senza alcuna garanzia concreta. Chi non vuole comprare frutta del Casertano per timore di inquinamento, è capace di fare un’indagine su quella estera o del centro-nord che poi acquista e consuma? Siamo tanto succubi dei mass media che ci inquieta quello che così ci hanno commentato e ci sentiamo tranquilli su quello su cui non c’è stato alcun parere. Così agendo non salvaguardiamo assolutamente la nostra salute (si ripete che il nord è stato avvelenato molti decenni addietro come tanti paesi stranieri di cui ignoriamo quasi tutto) ma certamente danneggiamo pesantemente la nostra economia superstite.
I fuochi accesi nelle nostre terre sono la magistrale e diabolica reazione al Compra Sud che sempre di più stava diffondendosi dalle nostre parti.
In sintesi, la gente sa ma cade dalla padella nella brace penalizzando i nostri prodotti e, soprattutto, fidando nell’intervento istituzionale. Chi conosce la storia sa come nacque questo stato nel 1861 con un accordo perfetto e a tempo indeterminato con la criminalità che divenne organizzata. Il condannato a morte non può chiedere nè pietà nè aiuto al suo boia…
Non abbiamo tempo sufficiente per soluzioni radicali e rivoluzionarie. Esse vanno ricercate e perseguite parallelamente all’unica azione che possiamo fare subito: la prevenzione.
Mentre scriviamo e leggiamo in tante località meridionali degli autotreni stanno sversando rifiuti tossici. Cambiamo allora strategia passando dalle proteste per quanto già scaricato (e che solo un indisponibile fiume di denaro pubblico potrebbe sanare) alle azioni per impedire ulteriori depositi. Sinora qualche timida denuncia o qualche equivoca foto non ha prodotto gli effetti voluti per carenza di coordinamento. Ogni località colpita quando ha reagito l’ha fatto da sola, sia per il reperimento di prove che per le manifestazioni di piazza.
E’ giunto finalmente il momento di guardarci in faccia in tutto il cosiddetto Mezzogiorno, capire che siamo nella stessa situazione di oppressione e abbandono da 152 anni, convincersi che solo con la vera solidarietà tra noi potremo cambiare la nostra tristissima condizione. Deve nascere un organismo di volontari che, assieme ai residenti, vigili sulle nostre terre segnalando tempestivamente ogni tentativo di aggravamento con nuovi arrivi e incendi. La segnalazione deve essere duplice: alle autorità competenti (come VVFF o CC) e a questo nuovo organismo. Le prime devono intervenire e ultimare i loro doveri senza freni o remore, il secondo deve affiancarle e seguirle attentamente nel loro operato. Questo organismo deve essere mobile e disponibile giorno e notte per intralciare al massimo i criminali autori. Contemporaneamente divulghiamo le aree sicure da cui attingere i prodotti locali per tutelare la salute e il portafoglio dei meridionali.
Se riusciremo a intaccare il profitto che persegue il capitalismo imperante, rendendo smaltimenti e falò sempre più difficili e quindi costosi, otterremo una reazione di natura essenzialmente economica. Essa non potrà prevedere azioni clamorose, violente o sconsiderate semplicemente perchè saranno troppo dispendiose. Essa escogiterà metodi diversi da quelli di avvelenare il Sud, cambiando coordinate a parità di prezzi. Ma è il Sud che glielo deve imporre con la prevenzione e la solidarietà di tutti. Nessuno ha il diritto di non tentare quest’unica strada che ci rimane per salvare le nostre terre, le nostre vite, i nostri figli. Noi siamo i discendenti di un popolo all’avanguardia nella civiltà, nella laboriosità e nell’orgoglio e non possiamo rassegnarci ad essere quello che i colonizzatori vogliono farci diventare. Alzati Sud perchè questo è il momento propizio per ritrovare memoria storica e futuro migliore.