La Scozia, in maniera “democratica”, ha detto No all’Indipendenza. La storia riformata, cioè quella che segue la rivoluzione ideologica del 1789, utilizza l’aggettivo democratico a iosa per dominare i popoli. Esso vuol dire volontà popolare, quindi della maggioranza, quindi il benessere relativo di una comunità. Il suffragio universale è stato perfezionato proprio a tal fine per conferirgli maggior forza di persuasione. La minoranza, anche se dalla parte dell’evidente ragione, non può che rassegnarsi nel cosiddetto mondo civile. Fu il “volontà della nazione” aggiunta alle prerogative dei Re a sancire questo cambiamento che sottoponeva il monarca al vaglio “democratico” del parlamento, eletto (più o meno) “democraticamente” dai sudditi. In tal modo si sostituì all’etica la politica, ma sempre “democraticamente” . L’etica divenne relativistica perché l’unica valutazione sua era appunto “democratica”. La nuova democrazia poteva decidere di invadere e affogare nel sangue il Regno delle Due Sicilie come avvenne “democraticamente” nel parlamento di Torino, o come avviene, sempre “democraticamente” , al Congresso statunitense quando si fa bombardare la Siria.
Con l’informazione saldamente in pugno, i rivoluzionari di allora e di oggi, che per semplicità possiamo ben definire neogiacobini, hanno finalmente conseguito una posizione pressoché inattaccabile per esercitare il loro strapotere planetario.
La pubblica opinione prima si plasma nel culto dogmatico delle istituzioni (nel senso di renderle al di sopra di ogni sospetto, e quindi autorevoli, se non per eccezionali rappresentanti indegni da eliminare) , poi si istruisce con i cliché del nozionismo enciclopedico (zeppo di dolosi errori ed omissioni e quindi al di fuori della cultura), infine si conduce per mano al voto “democratico”. Il tutto indirizzato dalla volontà del potere che ha preparato anche la valvola di sicurezza in caso di (rarissima) anomalia di questo perfido sistema. Anomalia che si verificò, ad esempio, nell’Italia meridionale nel 1946 per il referendum monarchia/repubblica. Il grande e lercio lavorio dei vincitori della guerra fu smentito dalle schede dei meridionali che scelsero talmente la monarchia (pur se a causa di una grossa confusione mentale) da mettere a rischio il risultato in tutta Italia. Fu attivata allora la valvola di sicurezza: all’interno delle istituzioni, dogmaticamente irreprensibili, la sommatoria delle migliaia di sezioni elettorali partorì il tanto sospirato e preconfezionato successo alla repubblica. Addirittura dei disordini a Napoli provarono la reazione popolare a questa provocazione che a tutti apparve illecita ma divenne poi oggetto di progressivo oblio. La “democrazia” aveva vinto ancora.
Certo è difficile per un cittadino del XXI secolo comprendere la storia riformata e la sua forma adulterata di democrazia, perché la potenza della demodossologia può portare alla manipolazione della mentalità di ognuno . Ma i fatti sono fatti e bisogna sempre avere il coraggio e la capacità di giudicare senza farsi influenzare decisivamente da queste forze occulte. La loro malvagia azione non è naturalmente perfetta e la voce libera risiede proprio in minoranze (più o meno consistenti); in quelle minoranze che la “democrazia” intende sconfiggere a priori e in tutti i casi .
In Scozia ha dunque vinto il No alla separazione dalla perfida Albione? La loro”democrazia” lo comprova, ma le ragioni della voglia di libertà degli Highlanders, dopo tre secoli di schiavitù, è limpida e intatta e non appartiene sicuramente alla minoranza. La valvola di sicurezza avrà anche qui funzionato a dovere. Anche perché si parlava di effetti a catena della consultazione scozzese, per la Catalogna, per la Sicilia, addirittura per il territorio napolitano che è simile al Vesuvio, di potenza enorme ma dormiente. Non tralasciamo che Edimburgo è la centrale storica della massoneria…
Niente di meglio che agitare lo spauracchio della “democrazia” per ridimensionare scozzesi, intimidire catalani e siciliani e far abortire ogni anelito al di sotto del Garigliano.
Ma la storia riformata non è ineluttabile, i meccanismi diabolici per schiavizzare i popoli non sono delitti perfetti, i valori che a fine Settecento contrastarono e talvolta ( come proprio nelle zone napolitane) vinsero i futuri padroni del mondo, sono ancora vivi e costituiscono una minaccia terribile per la voracità del potere. C’è una sola condizione che frena la sacrosanta reazione popolare: liberarsi dal falso aggettivo “democratico”. Esso è l’ancora che tiene a galla e stabile la finanza massonica che guida il mondo. Nessuno che non ha l’ardire di smascherare questa sedicente democrazia, potrà mai cambiare le cose. E’ nota la frase di Mark Twain “Se votare servisse a qualcosa, non ce lo lascerebbero fare”. Con buona pace dei difensori di questa “democrazia”da barzelletta.
Molti non recepiscono questi discorsi, specialmente nel Sud Italia, semplicemente perché non ne vogliono affrontare altri. Che resta senza una consultazione popolare come ce l’hanno soavemente dipinta nei tempi attuali? La lotta armata e la crescita della coscienza sociale nel segno della verità storica. La più importante è la seconda perché propedeutica alla prima. Ma i mass media in mano al nemico non la faranno mai realizzare.
Tempo fa invitammo ad aprire un dibattito sulla ricerca di una via d’uscita perché, ripetiamo, non esiste a nessun livello un delitto perfetto, tanto più in quello collettivo. La persistenza degli aggregati nelle menti manipolate dell’uomo d’oggi non ha consentito nemmeno di cominciare a discutere. E’ assai più facile non confrontarsi con il problema, far finta che il mondo attuale sia buono ma talvolta sporcato da cattivi individui; quindi presentarsi come soluzione per migliorarlo. La verità è invece che è l’odierno sistema istituzionale, in primis la “democrazia”, ad essere maligno e gli individui che vi operano sono espulsi o normalizzati ad esso. Come si può migliorarlo senza estirparlo?
Nessuna risposta è mai arrivata, neanche una proposta balzana.
Le utopie piacciono assai più della realtà, perché protraggono le nostre speranze facendoci intravedere orizzonti rosei. Essi sono però presenti soltanto nella nostra fantasia che comunque riesce a tranquillizzarci, spostando sempre la soluzione del problema, che si aggrava sempre di più.
Osservare gli schiavi sereni perché si sono convinti che il padrone non è poi tanto perverso raddoppia e stringe soltanto le loro catene. Uno schiavo deve essere ogni istante della sua vita disperato per la sua condizione ingiusta e prontissimo a ribellarsi, senza accettare alcun compromesso e senza credere in alcuna promessa.
Se attorno a noi ci sono unicamente schiavi sereni, al massimo disposti a “parlare con il padrone”, le catene dureranno in eterno.
Nella Bibbia i buoni sono quelli dell’hodie invece del cras, nel senso che scelgono di fare il giusto subito (cras=oggi) invece di posporlo (cras=poi, domani). I cattivi sono allora quelli del cras cronico, magari indorato dai ponti gracchianti della “democrazia” , veri labirinti, che non ci condurranno, però, mai dall’altra parte!
Vincenzo Gulì