TGreco
Mi ero sempre chiesto da dove venisse quell’attributo del capoluogo di distretto della prov. di Napoli, Torre del Greco. Per accidia e non per difficoltà il dubbio è rimasto sino a poco fa quando, parlando con dei veri amici in quella città vesuviana, è scattato il desiderio di appurare finalmente la verità.
Si sa che il vino dalla Grecia si produsse poi in questa terra così confacente da essere appellata Enotria. Sotto la grandezza di Roma, che aveva spostato nella Campania felix la maggioranza delle sue attenzioni anche gastronomiche, uno dei vini più preziosi e buoni prendeva ancora il nome dei suoi importatori. Nel I sec. A.C. un affresco di Pompei riporta l’insegna ‘vino greco’ che il naturalista Plinio così esalta « ” In verità il vino Greco era così pregiato che nei banchetti veniva versato una sola volta” ». Si trattava indubbiamente dei vigneti che dalle falde del Vesuvio raggiungevano la città.
Il vitigno si diffuse in molte zone trasformando alquanto il frutto originale tanto che si parlava in seguito sia di ‘greco’ che di ‘greculella’ come recita una filastrocca del territorio vesuviano:
Quant’ è bella ‘a verdesca,
l’olivella e’ a catalanesca,
core ‘i volpe e greculella,
pere ‘e palummo e falanghina,
Curre, cummà, facimmone vina.
Greco di Torre, di Nola, di Somma e tanti altri fino al più noto greco di tufo dell’Iripinia. Tanti toponimi per lo stesso stupendo vino bianco ma solo uno fu tanto caratteristico che diede il nome a una città: Torre del Greco. Sarebbe bello e auspicabile che si ripresentasse questa origine in relazione al vino producendone in buona quantità per raccogliere denari e dispensare storia.
Vincenzo Gulì

greco_N2