LA CONTRA ARMADA
il disastro della flotta inglese occultato dalla storia
A complemento della sfortunata impresa dell’Armada Invencible vogliamo trattare un altro punto della storia moderna per comprendere appieno l’era in cui stiamo vivendo. Un anno dopo la mancata invasione dell’Inghilterra, la regina Elisabetta finanziò un’armata di mare più numerosa e potente di quella che aveva attaccato Albione per tentare a sua volta la distruzione in sede del nemico giurato che si frapponeva alle sue mire espansionistiche mondiali. Venne usato il termine di Contra Armada per rappresentare la sua volontà di farla finita con coloro che resistevano alle bramosie mondiali inglesi. A supporto economico della sanguinaria sovrana britannica ci furono banchieri spregiudicati e persino loschi ammiragli come il pirata Francis Drake al comando dell’operazione. Ciò significava un’aggressione non per motivi politici, com’era stata quella spagnola dell’88, ma per mera cupidigia per ingrassare la classe dominante di Londra e mungere le vacche grasse di Madrid. Significava che la guerra era solo un investimento per arricchire i ricchi con il sangue e la distruzione di interi paesi. Questa sarà la costante motivazione di tutte le guerre scatenate dall’Inghilterra prima (e dagli USA) poi sino ai nostri giorni.
Nella primavera dell’89 fu attaccata La Coruña per cominciare con un facile saccheggio della piccola città galiziana che si difese con un coraggio, una determinazione e un’efficacia che sgomentò gli assalitori. Il 4 maggio gli invasori stavano avendo la meglio ma, grazie all’eroina Maria Pita la situazione si capovolse. Costei era moglie di un ufficiale che era caduto in combattimento scatenando la reazione della sua donna. Da sola strappò una bandiera inglese uccidendo il comandante e trascinando militari e civili spagnoli alla vittoria. Il suo grido di guerra è famoso: chi tiene onore, mi segua! L’artiglieria della città bersagliò pesantemente il nemico in fuga.
Anche Lisbona fu attaccata ma seppe respingere gli assalitori che subirono gravi perdite. Gli Inglesi persero il doppio, oltre ventimila uomini, dei caduti spagnoli dell’anno prima. Mai più si sognarono di molestare apertamente l’impero spagnolo, preferendo la sporca lotta con i corsari per privarlo delle terre d’oltre mare. In questa lunga e decisiva parentesi storica si distinsero i soldati napolitani e siciliani come il Tercio di Carlo Caracciolo nella battaglia di Salvador de Bahìa del 1625.
La storiografia ufficiale tace questo disastro militare britannico ingigantendo di converso quanto sofferto dall’Armada lungo le coste anglo-irlandesi. Ma questo è costume dell’informazione planetaria pressoché interamente in mano alla massoneria neo giacobina. Le vicende belliche anglo-spagnole della fine del XVI secolo vietarono a Madrid di dare il colpo decisivo a Londra ma nel contempo inibirono quest’ultima che ambiva a frenare subito l’ostacolo militare spagnolo. Ci vorrà tempo per disattivarlo con intrighi di ogni sorta. Poi nascerà un altro intralcio all’espansionismo britannico che lo pungolerà crescentemente proprio nel campo economico, suo punto sensibile. Le Due Sicilie daranno ambasce assai rilevanti all’Inghilterra e verranno disattivate sempre con intrighi di ogni sorta: senza rispetto, senza morale, senza lealtà, senza pietà e senza scrupoli.
V.G.