Simone Zaza, lucano di Policoro (MT), rappresenta il classico meridionale con il complesso di inferiorità verso il nord. Ancora non adolescente viene notato dagli osservatori-sciacalli delle squadre settentrionali che lo portano nella lontanissima Bergamo. Quante differenze con il materano: strutture e infrastrutture anche calcistiche di prim’ordine, ogni agevolazione per realizzare il sogno di un ragazzino. Cresciuto nel mondo fatato del nord che avvolge gli schiavi del sud da sfruttare, dimentica prestissimo i suoi amici del povero campo di Bernalda e tutti i problemi indotti a loro e ai loro familiari anche nel calcio. Si dà il tono di “buon meridionale” con il comportamento e il linguaggio, si distingue sempre di più dagli “sfortunati” rimasti laggiù e si sente tronfio di lottare per le squadre padane: Atalanta, Sampdoria, Sassuolo e finalmente Juventus; borioso di godere per ogni sgarbo inferto alla squadra che rappresenta, per lui anacronisticamente, l’orgoglio del Sud, il Napoli che già colpisce con il Sassuolo. E poi ieri sera il colpo di fortuna per l’autorete causata a Torino e relativa immeritata sconfitta per gli azzurri che dichiara ufficialmente fuori dalla lotta per il primato.
Simone, tu incarni quel meridionale che tutti gli identitari odiano con nausea e per l’esagerata gioia di ieri ti auguriamo non di romperti prossimamente un ginocchio, come istintivamente meriteresti, ma di cadere rovinosamente battendo la testa solo con il risultato di aprirti la mente per farti intravedere la verità sulla Basilicata, il Sud, la questione meridionale, il significato della passione per il Napoli e, di contro, perché i tosco-padani vivono in un posto migliore e oltre i 9/10 degli scudetti sono appannaggio del nord. Speriamo bene, naturalmente per te, perché noi siamo decisi e sicuri di intossicare le idi di maggio ai tuoi padroni senza colore, né futuro perché le Due Sicilie si stanno definitivamente svegliando….
Vincenzo Gulì