Oggi 21 ottobre 2010 ricorre il 150° anniversario del falso ed infausto “plebiscito” indetto da Garibaldi per cercare di fornire una patina di legittimità alla conquista sabauda del Regno di Napoli. Ormai gli storici hanno assodato che i cosiddetti plebisciti risorgimentali (a Napoli come in Veneto o in Toscana) furono dei colossali brogli elettorali in cui una minoranza insignificante votò a favore del colonialismo piemontese. Quello che combina Garibaldi nel regno invaso è quindi un cliché assolutamente illegale per il diritto di ogni epoca e che, purtroppo, la massoneria fece e fa ancora passare per volontà di popolo! E’ quindi motivo di profonda vergogna che la più bella piazza dell’ex capitale borbonica sia intitolata a quel terribile evento che sancì praticamente la fine del regno delle Due Sicilie. Nell’immagine l’avvenimento ricordato pomposamente con un francobollo al compimento dei 50 anni.
Ovviamente le elezioni truccate del 1860 sono eseguite con l’aiuto della Camorra, finalmente fatta uscire dall’ombra dagli interessi liberali. Il pensiero non può non andare a certe tornate elettorali dei giorni nostri. In nome del popolo si perpetrano da allora misfatti continuati e orribili che il popolo stesso tollera e spesso accetta per l’opera nefanda dei mass media agli ordini del potere.
E’ venuto ormai il momento di denunciare all’opinione pubblica ma anche ai tanti organismi internazionali competenti l’enorme illegittimità di quel “plebiscito” perché esso è una delle colonne traballanti che tengono su l’apparato che ci schiavizza da 150 anni.
Il Sanfedista