Molto si parla della malavita organizzata napoletana per le ultime fiction TV. In passato si era parlato tantissimo delle meraviglie della canzone napoletana. Si può affermare tranquillamente che nel mondo Napoli è famosa oggi sicuramente (anche se non esclusivamente) per Canzoni e Malavita. Addirittura la stessa Italia subisce (indebitamente) questi luoghi comuni sia per le canzoni sia per il malaffare, sovente sintetizzato in Mafia.
Indubbiamente non regge alcun paragone tra la musica nostra e quelle di tutti gli altri paesi messi assieme, come pure tra le organizzazioni criminali nostre e quelle straniere. Vi sono due eccellenze napoletane (in senso lato riconducibili a tutto l’attuale Sud) indiscutibili nella musica delle note e in quella delle pallottole… Basti pensare a ‘O Sole Mio famoso ovunque. Basti pensare allo spazio occupato dalle nostra criminalità nelle due Americhe.
Colpisce il periodo di tempo in cui tutto ciò si è realizzato: ad oggi 155 anni. Ormai quasi tutti conoscono i celeberrimi Primati Borbonici del Regno delle Due Sicilie e tra essi se non vi poteva essere ovviamente la Camorra, non vi era neppure segnatamente la musica leggera. Ma ce ne erano tantissimi dalla cultura alla scienza, dall’economia ad ogni forma di arte.
Adesso fate un’astrazione: se togliete ai popoli delle Due Sicilie progressivamente tutti i mezzi per produrre eccellenze con lustro e benessere a stati e abitanti, farete crollare ogni record posseduto; se poi concedete alcuni spazi, tutte le capacità e i talenti si concentreranno febbrilmente e sempre meno consapevolmente in essi. Capacità e talenti acquisiti in secoli di evoluzione e lasciati poi imbrigliati e sedotti da continui malgoverni. Dapprima Napoli da grande capitale mondiale fu eletta Capitale della Canzone mondiale; successivamente da detentrice di primati civili divenne riferimento per quelli malavitosi. Non fu difficile avere successo perché quelle potenzialità frenate e distorte si esprimevano con irruenza eccezionale nei campi consentiti: uno di scherno alla decaduta nobiltà (le canzonette) , l’altro di supporto alla finanza (la criminalità).
Come nessuno seppe fare una Reggia più bella di Caserta o delle Leggi sul lavoro migliori di S. Leucio prima del 1860, così nessuno riesce a eguagliare le melodie della canzone napoletana e nessun delinquente è più spietato, abile, determinato e temuto di un membro della Camorra (o della Mafia, ‘Ndrangheta, Sacra Corona) . Questione di DNA, purtroppo sprecato o male orientato ma sempre idoneo a farci primeggiare. Non è una vergogna parlare di tali primati. Essi, si ripete, sono gli unici che ci consentono di perseguire perché fanno comodo ai nostri padroni. Anzi attualmente la canzone sta nettamente cedendo il passo al più lucroso campo della criminalità. Napoli, infatti, non merita nemmeno più la corona di Regina della Canzone tanto lontano è quella reale di capitale universalmente invidiata. Non è una vergogna perché essi sono la prova che qui ci sono delle risorse mal dirette di enorme qualità. Che succederebbe se fossero invece orientate di nuovo nel verso giusto?