L’ultima fatica letteraria del pugliese Pino Aprile affronta una tematica delicata e terribilmente attuale che tratta dei “terroni”, frutto della malaunità italiana. Con stile giornalistico, fatto di tempestività, irruenza, sequenza di dati  archivistici, il tutto adattato alle aspettative del lettore, l’Autore parte dai tristi fatti risorgimentali per arrivare ai giorni nostri.  Un sistema internazionale messo in atto dal Piemonte decreta la fine dell’antico regno di Napoli con una serie di violenze, stragi, saccheggi che pongono il Sud tra le zone martoriate dell’intero pianeta. Il sistema prosegue imperterrito dopo l’unificazione con provvedimenti che governi sabaudi, fascisti, repubblicani ( di I o II generazione) adottano per ribaltare la situazione economica Sud/Nord che prima dell’invasione piemontese era tutta a favore della nazione duosiciliana. Ciò riesce appieno nel II dopo guerra sino a quando al Mezzogiorno viene proposto il federalismo, ultimo atto della sua tragedia. Perché gli abitanti del Sud , diventati per quanto subìto meridionali e terroni, non hanno più reagito dopo l’epopea del brigantaggio postunitario? La perdita della memoria storica, tra le peggiori punizioni che toccano ai vinti, mantiene i meridionali nel loro stato apparentemente senza speranza. Ma la presa di coscienza dei problemi, scopo precipuo di questo fondamentale lavoro, può produrre veramente portenti. Il vero riscatto del Sud, come fa capire l’Autore, servirà pure al Nord perché i ruoli imposti a tutti dalle menzogne e dalle atrocità risorgimentali divide e intralcia l’Italia in una maniera ormai intollerabile in vista del 150° della sua nascita.

 

 

 

V.G.