Nei pressi della palude che il fiume Sebeto creava nella parte orientale della capitale c’era una via di comunicazione sterrata e disagevole detta “strada dei fossi” che saliva dal mare, in maniera irregolare lungo le mura aragonesi, ed entrava in città. E’ il grande Carlo di Borbone nel 1759 a sistemarla definitivamente costruendo un largo nei pressi della porta del Carmine, realizzando in al modo le condizioni per offrire al suo discendente Ferdinando II il luogo ideale per farlo diventare il terminale della famosa ferrovia Napoli-Portici inaugurata il 3 ottobre 1839. Su questo piazzale è quindi costruita la prima stazione ferroviaria italiana che portava viaggiatori e merci direttamente nel centro del Mercato (Stazione Bayard). Pochi anni dopo (1843) un po’ più a nord  sorge una seconda stazione per il tronco Napoli-Caserta (Stazione Regia) che conduceva a porta Nolana. Le due stazioni erano collegate da un apposito binario. Osservando un orario dell’epoca si nota quanto fossero precisi e solleciti i treni con tempi molto vicini a quella dell’odierna Circumvesuviana. E’ agevole dedurre che la stazione era talmente efficiente e importante da incentivare molto l’economia circostante per il grande flusso di persone e valori che incessantemente produceva.

I rivolgimenti seguiti alla cosiddetta unificazione italiana causano una rivoluzione anche nella troppo nota per non essere invidiata prima stazione italiana. Si riducono via via i flussi di beni e persone mediante una spendig review oggi tristemente attuale. Poi si intesta l’antica strada dei fossi a Giuseppe Garibaldi, si decide di erigere una nuova stazione più dentro l’ex capitale ove sorgerà anche il monumento a Garibaldi. Per tale motivo si sventra tutta la zona dell’attuale piazza Garibaldi e le due stazioni borboniche sono degradate continuamente a impianti di servizio finchè nel 1890 quella di porta Nolana diventa capolinea di una tratta secondaria che è attualmente la Circumvesuviana. Totale abbandono invece per la stazione Bayard, come per tutte le eccellenze del passato regime.

La zona circostante naturalmente risente gli effetti negativi di questa trasformazione in peggio perché tutto l’interesse si sposta nella piazza Garibaldi. L’incuria verso quanto di buono e produttivo esisteva con i Borbone prosegue imperterrita, non certo casualmente, durante tutto il regime sabaudo. Ma questa politica contro la tradizione e il territorio viene purtroppo ereditata anche dalla repubblica dopo che nel 1943 un apparentemente inconcepibile bombardamento anglo-americano distrugge quasi totalmente quel che resta della prestigiosa stazione Bayard.

Oggi i resti del primato ferroviario duosiciliano (spacciato per italiano) sono vergognosamente invasi da rifiuti ed erbacce nella parte che dà sul corso Garibaldi. Nulla indica non solo al forestiero ma anche al distratto residente che cosa significò per il quartiere l’opera di Ferdinando II di Borbone. Dalla mancanza di queste spinte di orgoglio per l’assenza della memoria storica scaturisce un aggravamento delle condizioni socio-economiche degli abitanti della zona quasi invitati a dimenticare il passato, non salvaguardare i suoi reperti  e adeguare spesso il proprio comportamento privato a quello pubblico innanzi esecrato.

V.G.