Semifinale europei del 1968 a Napoli tra Italia e l’Unione Sovietica. Lo stadio S. Paolo è gremito, nonostante la pioggia di fine primavera, da leali sostenitori dei padroni di casa, tra cui un giovincello (che scrive) ancora annebbiato dalle indorate menzogne della scuola. Dopo gli inni della banda dei carabinieri, un tifo costante sorregge i blu che, bloccati sullo 0-0,  si qualificano grazie alla monetina secondo le regole del tempo. Poi il Sud cresce, arriva Maradona che scatena al massimo l’invidioso razzismo nordico, nasce il neo borbonismo, si giunge a Italia 90 e il S. Paolo, in una semifinale mondiale, stavolta tifa apertamente contro l’Italia a favore della squadra dell’immenso Diego. Finalmente alle generazioni che seguono quelle del ’68 è affidata un po’ di luce sulla nostra vera storia con ripercussione palese nel più popolare degli sport. La Nazionale blu-savoia snobba Napoli per l’onta del 1990 e genera un effetto boomerang con il sistematico fischiare l’inno massonico in ogni occasione, dalle partite di coppa (a Napoli ma anche a Palermo) a quelle rarissime della Nazionale come la mitica Italia-Armenia del 2013  (cliccare per i dettagli). E’ un’altra onta per il governo italiano che di nuovo boicotta Napoli sino al 23 marzo 2023 nello stadio ora Maradona. Nonostante le grosse cautele, di nuovo i fischi si sono elevati al cielo all’inno dei colonizzatori, pur senza attivisti neo borbonici, pur senza bandiere duosiciliane. I tempi sono maturi per rigettare la matrigna che ci opprime e tantissimi Napolitani e Siciliani ne sono convinti anche se parecchi ancora inconsciamente…

V.G.

Diego esulta con i Napolitani per l’Italia eliminata e scornata come mostrano le facce dei suoi giocatori…