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Oggi è venuto a mancare Bruno Pesaola, argentino trapiantato a Napoli che ha servito e difeso come calciatore, allenatore ed opinionista per tantissimi anni. Il “petisso” (suo soprannome) dalla sua Buenos Aires era stato immediatamente folgorato dalla bellezza e dalla maestosità della capitale partenopea, forse dopo aver convissuto l’adolescenza con tanti cuori che per essa palpitavano, erosi dalla lontananza e dalla nostalgia. Un vero figlio onorario di Napoli a cui anni fa (quando il fenomeno neoborbonico era attivissimo ed aperto a 360˚) abbiamo avuto il piacere e l’onore di regalare la bandiera delle Due Sicilie per i suoi specialissimi meriti. Ci sorrise, con quegli occhietti furbi e i denti anneriti dal fumo, per la felicità ma con un certo imbarazzo reverenziale. Addio petisso napolitano e salutaci i “briganti” che incontrerai in Cielo! [V.G.]

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Nella gremitissima basilica di Santa Chiara i napoletani hanno dato l’estremo saluto a Bruno Pesaola. Meraviglioso è stato coprire il suo feretro con la bandiera azzurra con stemma borbonico. Un giusto riconoscimento che rafforza quanto scritto su di lui che ricevette tale simbolo di onore e grandezza in occasione di  una trasmissione televisiva a cui partecipammo entrambi.