Riflessioni su fatti recenti e … viziosi.
Sulla stampa di questi giorni ampio spazio viene dedicato alle esternazioni del Ministro dell’Istruzione riguardo all’ultimo rapporto OCSE sulla scuola italiana. In vista del nuovo anno scolastico, esse sono una sorta di monito per una serie di provvedimenti che cambieranno ancor più il sistema scolastico. L’indagine,rapporto Ocse(Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico)-Pisa((Programme for International Students Assessment),Progress in International Reading 2006 evidenzia la bocciatura della scuola italiana rispetto all’insieme internazionale elaborato. Nell’importante dettaglio si scoprono le solite differenziazioni regionali: posto che la sufficienza era fissata a 500, il Nord-Est raggiunge 520, il Nord-Ovest 501, il Centro 486, il Sud 448, le isole (con Calabria e Basilicata) 432, con media evidentemente insufficiente.
Naturalmente il gap tra Nord e Sud salta subito agli occhi e genera una serie di pesanti riflessioni riportate dai mass media. In sintesi è stato affermato che, a fronte degli esiti inferiori nelle abilità degli studenti meridionali nel rapporto, l’esame delle pagelle mostra una supervalutazione degli stessi che appare assolutamente immotivata dai risultati. “A parità di competenze acquisite”(?), ad esempio, al 6 (voto delle sufficienza in decimi) del Nord corrisponde un 9 a Sud! Analogamente per gli altri voti come per il 2 a Nord e il 4 a Sud. Questa contraddittoria scala docimologica è pubblicata nella Relazione annuale 2007 di Bankitalia.
L’autorevolezza delle fonti, degli editori e degli estensori fornisce un orpello di dogma ai dati che dipinge le regioni del Mezzogiorno abitate da discenti ignoranti e sopravvalutati e da docenti buonisti ed incapaci. Le proposte in gestazione vertono sul richiamo alla legalità e alla responsabilità dei ragazzi e alla riformazione, con sfoltimento, del corpo insegnante., nonché sul potenziamento delle strutture ritenute inadeguate al nuovo corso progettato. Con la premessa che con la statistica si può dimostrare quello che si vuole, cercheremo di smentire gradualmente questa ulteriore serie di offese infamanti per il Sud.
Partiamo dall’indagine OCSE col dire che essa è stata già criticata dall’INVALSI (altro ente che elabora dati scolastici) per i suoi metodi differenti che non possono condurre agli stessi risultati. Proseguiamo con la complessità della comparazione tra sistemi scolastici molto diversi che impongono estrema cautela. Inoltre, le indagini sono state fatte in solo tre ambiti : scienze, matematica, lettura. Il rapporto, infine, si basa su due prove scritte di due ore somministrate a ciascuno scolaro che mirano non tanto a valutare le competenze in senso stretto quanto la capacità di applicarle ai problemi pratici. Già da questo si evince che il campione utilizzato (in Italia 21.773 ragazzi di quindici anni e 803 scuole tra medie inferiori, superiori e centri di formazione professionale) non è rappresentativo dell’universo (cioè dell’intero corpo discente o scolastico).
Il giudizio conclusivo è che ogni analisi sociale deve incontrare la rispondenza obiettiva nella realtà. Se non ciò non viene rispettato si va a scompaginare un sistema scolastico funzionante senza sostituirlo con uno migliore, perché tanto disomogeneo da essere rigettato. E’ il danno che dalle varie riforme postbelliche hanno dovuto subire prima la scuola media, poi l’università e la superiore, scendendo sicuramente di livello “per adeguarsi agli standard europei”. Chi ha una lunga esperienza nel settore non può seriamente argomentare contro tale asserzione. Ragioni politiche, anche internazionali, e non affatto tecniche hanno scombussolato la scuola italiana. Comunque, come detto altrove, la qualità dei docenti meridionali è riuscita a neutralizzare molti degli effetti negativi di cui sopra. La loro presenza in massa, come lamentato dai leghisti, nel centro-nord non consente di criticare i loro colleghi al di sotto del Garigliano. Quindi salviamo una volta per tutte la bravura dei professori del Sud, ovunque essi operino, che sono l’ultimo baluardo agli scempi legislativi che si rincorrono.
Per i ragazzi meridionali che dire? Essi sono in mano ai docenti più esperti e superano regolarmente nei concorsi quelli dell’altra Italia. Come si fa a tacciarli di ignoranza? Chiedo a tutti i commissari che hanno fatto esami nel centro-nord a sciorinare la casistica dell’ignoranza ben più crassa che hanno trovato in quelle zone!
Il sanfedista