Andare a naso a Naso…
Don Giuseppe Buttà (1826-1886), nato e morto a Naso (circond. della valle di Messina, distr. Patti), dopo l’ordinazione sacerdotale ottenne l’incarico di cappellano militare dell’Esercito del Regno delle Due Sicilie. Nel 1859 fu destinato al 9° Cacciatori, agli ordini di Ferdinando Beneventano del Bosco, di stanza a Monreale in Sicilia. Prese parte all’intera campagna militare seguita all’invasione garibaldina dell’isola e fu testimone degli scontri che segnarono i destini del Regno, da Milazzo al Volturno ed infine a Gaeta. Dopo la capitolazione subì un periodo di detenzione e si stabilì, al rilascio, presso la corte a Roma. Dopo Quando fu riammesso nella sua terra, nonostante la persecuzione politica, non cessò la sua azione patriottica con le sue celebri opere storiche sulla tragedia risorgimentale.
Per la prima volta una delegazione di attivisti e studiosi duosiciliani si è recata a Naso per rendere omaggio alla sua tomba, riconoscendo in lui uno dei più fulgidi esempi di fedeltà al Trono e all’Altare. Purtroppo la persecuzione lo ha colpito anche dopo morto eludendo perfidamente il suo possibile ricordo capace di evocare nei visitatori la sciagura duosiciliana smerciata per unità italiana. Non è stato quindi possibile rintracciare esattamente la collocazione delle sue spoglie mortali, nonostante l’ausilio di abitanti del posto; sarà necessaria un’indagine negli archivi storici per individuarla. E’ il caso di dire che si è andati, senza il completo successo, a naso a Naso! Ciò nonostante, un fascio di fiori bianchi (come la bandiera), con l’emblema del Regno delle Due Sicilie, è stato posto in un’antica cappella, scelta a caso tra le tante, per elevare don Giuseppe agli onori meritati che noi suoi posteri gli dobbiamo per la sua ineguagliabile opera di conservazione e divulgazione della verità storica.
[V.G.]