Ricorre il prossimo 6 agosto il 151˚ anniversario dell’eccidio dei bersaglieri degli operai di Pietrarsa che difendevano il loro diritto al lavoro. Dopo la grande manifestazione del cento cinquantenario, che concentrò tante persone e risorse per l’importante evento, sembra che nel 2014 si sia un po’ persa quella sacrosanta voglia di onorare i nostri antenati vesuviani nel giorno e nell’ora della strage. Addirittura la Fondazione FS, che gestisce il museo ferroviario ov’era la grande industria borbonica, è praticamente inagibile per manutenzione. Ciò anche per la tromba d’aria che il mese scorso colpì la zona svellendo la lapide che ricorda gli ammazzati, presso cui da anni i veri duosiciliani si ritrovano e portano una preghiera e un fiore . Mercoledì 6 agosto l’intera struttura è irremovibilmente chiusa, nonostante i reiterati e molteplici tentativi di concederla alla pietà di quelli che sanno la storia. Costoro sono però fermamente intenzionati a commemorare le decine di operai trucidati sotto il tricolore nel giorno e nell’ora della tragedia. Ecco perché Neo Borbonici Attivisti, Parlamento delle Due Sicilie e Comitato Martiri di Pietrarsa manderanno propri rappresentanti nel pomeriggio ai cancelli dell’ex fabbrica che gli sbirri sabaudi allora trovarono aperti e che invece adesso saranno serrati. Lì con le bandiere nazionali delle Due Sicilie i veri patrioti daranno onore e lustro agli operai di Pietrarsa. L’appuntamento è alle 17, con prosecuzione sino alle 19, per chiedere ai martiri che ci guardano da lassù la forza per invertire finalmente la rotta del nostro destino.
Nel pomeriggio della grande giornata duosiciliana del 6 agosto un folto gruppo di patrioti si è radunato a Pietrarsa nell’ora e nel giorno in cui 151 anni fa avvenne la celebre strage di operai da parte delle autorità tricolorate. Altri hanno pensato di riferirsi all’eccidio altrove o in altri giorni con diversi eventi. Solo chi sente nel proprio cuore i palpiti di quelli spezzati a baionettate e fucilate dai bersaglieri nel luogo del crimine non può accettare altra commemorazione che non sul posto per un irrazionale ma intenso feeling tra i martiri e i loro posteri. I luoghi restano impregnati degli umori forti. Per noi il piazzale di Pietrarsa gronda ancora del sangue innocente, delle urla in napoletano (contrapposte agli ordini in padano) e della disperazione di un popolo che non voleva cedere alla schiavitù. Altrove sono solamente reminiscenze vaghe che comunque non attraversano il cuore. Con tali presupposti fin troppi patrioti si sono spontaneamente riuniti ai cancelli sprangati (a causa di manutenzione?), proprio quelli che gli italiani trovarono aperti per la buona volontà delle loro vittime. Ce n’erano anche di nuovi , a riprova della bontà della battaglia culturale che da un quarto di secolo investe le nuove generazioni. Dopo la cronaca dei fatti luttuosi, una preghiera per i martiri, un’invocazione a seguirci da lassù e una fiera promessa di non consegnare mai, a qualsiasi costo, questo sacro luogo ad altri. Dispostissimi, invece, a collaborare con chiunque sulla base dei valori sopra esposti. Arrivederci al 1˚maggio 2015