Layout 1Il 15 dicembre, nel cuore di Napoli, presentazione del libro di Franco Cafararo “1860: Il tricolore trucidava i bambini”. Alle ore 17 nel prestigioso palazzo Venezia di via B. Croce siete tutti invitati.

Prefazione di Vincenzo Gulì al libro

 

 

Da oltre un quarto di secolo la revisione storica sta facendo giustizia delle menzogne risorgimentali che hanno preparato, accompagnato e soprattutto seguito la malaunità italiana. In effetti, secondo il mero spirito giacobino che alimentava il liberalismo tricolore, le azioni più nefande devono essere mascherate da belle e false parole per confondere le vittime. Nel 1861 le vittime furono i popoli delle Due Sicilie, le azioni furono quelle violenti del Piemonte in una guerra nemmeno dichiarata, le parole furono appiccicare a quella conquista militare il nome suggestivo di Unità d’Italia.

Come un numero in perenne aumento di odierni meridionali Franco Cafararo è stato, a un certo punto della sua vita di italiano, fulminato dalla verità storica. In tal modo ha avvertito forte e sacrosanto il desiderio di recuperare il tempo sprecato nei mendaci libri di storia della scuola nazionale; di operare una full immersion in tutto quello che gli avevano negato, nascosto, travisato sul suo passato; di gridare a tutti le emozioni fortissime avvertite, per cercare conforto e solidarietà.

Nasce così questo libro che non è soltanto l’ennesimo edito in questi anni di riabilitazione dei Borbone e del loro regno conquistato. Infatti esso si pone tra quelli che magistralmente collegano passato e futuro; tra quelli che si occupano del cosiddetto Mezzogiorno senza partire dal nefasto 1861 ma andando impavidamente indietro ; tra quelli che sostanzialmente dimostrano come prosegua la conquista, il massacro, la distruzione dell’odierno Sud dai predoni sabaudi ai governi attuali nord-centrici.

Molto indovinata la strategia comunicativa di evidenziare gli inauditi patimenti cagionati ai bambini dagli spietati soldati ricolorati. Quanto assomigliano quelle povere creature a quei piccini che muoiono oggi di tumore nella Terra dei Fuochi per colpa dei discendenti dei colonizzatori settentrionali che l’anno avvelenata!

Il libro offre pertanto un oceano di opportunità diversificate per discutere tra meridionali e con gli altri italiani, con la speranza (ahimè poco fondata!) di conoscerci dopo aver convissuto assai male per 154 anni. Adesso che le ragioni di questo matrimonio fallito sono sempre più chiare a un numero crescente di cittadini italiani, occorre guardarsi in faccia sinceramente per evitare danni peggiori e irreversibili nell’odierna congiuntura internazionale. Se poi l’altro coniuge non volesse ascoltare, avrebbe già manifestato il suo rifiuto a trattare con palese auto addebito della colpa. I discendenti dei popoli napolitano e siciliano, cioè delle Due Sicilie, hanno tutta la ragione, la capacità e la possibilità di riscattarsi.