Vincenzo di Bartolo

 

Il grande Re Ferdinando, con il regno all’apice del suo portentoso sviluppo economico, incoraggiava in ogni modo il commercio con il principio che anche nel settore terziario i duosiciliani dovessero essere in grado di operare meglio degli altri. Con la grande flotta a disposizione, lo spirito d’avventura insito nei suoi sudditi e la regola generale della moderatezza nei guadagni, grandi risultati si susseguivano a perenne gloria dei Borbone e della marineria delle Due Sicilie.

Esemplare è quanto realizza Vincenzo di Bartolo, siciliano di Ustica, uscito dal prestigioso Istituto Nautico di Palermo e convinto esecutore della politica regia. All’inizio del 1839 comandava il veliero Elisa, perché ancora non c’erano le navi a vapore rendendo  la sua impresa maggiormente encomiabile, che regolarmente esportava prodotti duosiciliani in America. In quel tempo la bandiera gigliata garriva nel nuovo mondo tra quelle delle più grosse potenze commerciali. A Boston il comandante nota navi inglesi e olandesi che scaricano spezie orientali, soprattutto il richiestissimo pepe, a prezzi esorbitanti perché monopolistici. Il problema dei prezzi salati di questi prodotti era ben noto anche nel vecchio continente ma nessuno era in grado di individuare l’esatta provenienza di questi preziosi beni aromatici per la reticenza delle Compagnie interessate. Vincenzo prende allora l’iniziativa di seguire da lontano le navi sulla rotta delle spezie. Attraversa l’Atlantico e supera l’equatore, primo comandante duosiciliano a farlo. Doppia poi il Capo di Buona Speranza e si ritrova nell’Oceano Indiano e via via sino all’arcipelago della Malesia. La sua genialità di capitano di lungo corso si accoppia a quella di commerciante. Supera infatti le navi rivali e raggiunge i porti delle spezie, specialmente a Sumatra. Agli indigeni non pare vero che degli europei paghino meglio i loro generi aromatici e quasi tutto lo  stock a disposizione viene stivato nell’Elisa. Dopo il lungo viaggio di ritorno attorno all’Africa entra trionfalmente a Palermo dopo oltre un anno di peripezie. La via delle spezie era stata finalmente aperta alle Due Sicilie, la cui bandiera nazionale era accettata e preferita anche nel lontano Oriente, con prossime tappe in Oceania. Un altro colpo era stato inferto alla cupidigia delle compagnie delle Indie Orientali anglo-olandesi. Re Ferdinando premia l’ardimentoso di Bartolo nominandolo Alfiere di Vascello, quindi con gradi e privilegi dell’Armata di Mare, assieme ai suoi più fidati ufficiali.  L’usticese raggiungerà poi il massimo titolo di ammiraglio.

V.G.

Brigantino simile all’Elisa