Macroregione: “manna” che piove dal nord…

Sono quasi sei anni che su questo sito si dibattono problemi scottanti per l’attuale Sud che gravitano attorno ad una parola magica riscoperta e divulgata ad arte nel nuovo secolo: federalismo.

Già i titoli degli articoli pubblicati in calce danno un’idea della posizione del P2S. Ma l’indolenza dei lettori sprona a riassumere il tutto mentre si accende l’ennesimo dibattito in materia che il potere ha deciso si battezzare “autonomia delle macroregioni”. Ciò servirà a togliere immeritate primazie a sciacalli dell’ultima ora e maschere di meridionalismo demagogico a chi finge (?) di non avvertire le mire specifiche del potere.

Operiamo schematicamente dato che i dettagli si possono trovare nelle pagine indicate:

  • L’Italia nasce accentratrice e antifederalista per consentire il drenaggio della superiore ricchezza dei popoli conquistati nelle Due Sicilie
  • In altri termini: il Sud paga per risolvere la questione settentrionale e si infetta della sua questione (infinita) meridionale
  • Il calvario del Mezzogiorno è lungo perché assai consistente la sua capacità produttiva e finanziaria nonostante quanto costantemente fatto dai sabaudi per assottigliarla
  • E’ necessario aspettare il periodo successivo al centenario della conquista tosco-padana per accertare globalmente l’inversione reddituale tra Nord e Sud
  • Nasce la Lega per criticare l’unità dello stato con il dichiarato, però surrettizio, intento di dividerlo
  • Man mano si chiarisce che la crescita leghista è stata consentita per rendere accettabile la disunità economica italiana (con lo spauracchio di essere abbandonati dalla parte “migliore” del paese) e nascono governi sfacciatamente nord-centrici con le ovvie conseguenze letali per il Mezzogiorno
  • Dopo oltre un trentennio di tali misfatti verso le colonie meridionali è necessario il colpo di grazia approfittando della crisi mondiale scatenata dalle lobby bancarie egemoni
  • I mass media sono indotti a martellare sulla forma federalistica più evoluta: l’autonomia regionale per annientare praticamente gli ultimi trasferimenti di ricchezza tra aree ricche e aree povere
  • A 157 anni dal funesto 1861 si può parlare di Macroregione Meridionale (con quasi tutti i territori un tempo napolitani) e, addirittura, di Macroregione delle Due Sicilie.

Questa escalation è senza dubbi predisposta dal potere coloniale che ci opprime. Ogni step è stato effettuato dopo aver opportunamente vagliato costi e benefici, con profitto finale indefettibilmente a favore dei padroni. Ogni livello è congruo al tempo in cui si fa manifestare. Immaginate un’autonomia macroregionale concessa alla fine dell’Ottocento. Le popolazioni nate duosiciliane avrebbero ripreso la leadership anche in Italia… O immaginate oggi un governo di massimo accentramento della ricchezza che la distribuisca ai più bisognosi (come avveniva tra XIX e XX secolo) e quindi che riduca fortemente il gap Nord-Sud… Il primo esempio sarebbe stato un suicidio per i conquistatori sabaudi 150 anni fa, ma adesso per i loro eredi è la più grande convenienza. Il secondo esempio sarebbe il suicidio dell’attuale esecutivo coloniale, ma rappresentò lo strumento per invertire le sorti di quanti coattivamente divennero italiani nell’Ottocento.

Ogni cosa a suo tempo per distruggere l’attuale Mezzogiorno dal 1861 ad al momento attuale. E’ inutile spulciare per credere di trovare aspetti positivi nei vari livelli perché nella loro completezza essi sono perfettamente funzionanti per attuare quella distruzione. Pretesti, puerili e speciosi, si trovarono nei tempi passati e si possono trovare tutt’ora. Ma tutti dipendono dall’ignoranza della storia economica o dalla mala fede di chi ha interesse a divulgarli. Così si disse ai meridionali dell’Ottocento che la “tassa di guerra” che dovevano tributare allo stato centrale era la giusta riparazione per gli sforzi necessari per la loro “liberazione”. E i gonzi che potevano contare (parlamentari o intellettuali del sud) se la bevvero e la fecero bere a quelli che si fidavano di loro. Così si dice ai meridionali di oggi che con l’autonomia impareranno a camminare con le proprie gambe evitando sprechi e riscoprendo la “legalità”. I gonzi odierni se la bevono e costruiscono castelli di sabbia meravigliosi prospettando attività nuove e impensabili per quelli che si fidano di loro. Ma le gambe ce l’hanno spezzate da un pezzo! Come camminare da popolo? E dove andare se a monte e a valle ogni autonoma scelta deve fare i conti con il sistema bancario e distributivo totalmente nelle mani altrui?

Riprendiamo il titolo di un articolo del 2012: FEDERALISMO, ULTIMO SPECCHIETTO PER LE ALLODOLE DEL SUD e sostituiamo la prima parola con AUTONOMIA REGIONALE. Chi berrà quest’ultima pozione venefica dell’Italia potrebbe riaversi troppo tardi. Il colpo che stanno per infliggere a Sanità, Trasporti, Scuola, Ambiente, Turismo ecc. ecc. sarà indubbiamente letale per le nostre estreme risorse. I caporioni che l’hanno consentito non parlando in questi crudi ma veritieri termini saranno solo i notai che certificheranno la morte degli eredi dei duosiciliani. Poi apriranno ancor più le porte ad altra gente senza storia e senza identità che chinerà la testa e non sarà mai in grado di arrecare seri fastidi ai plutocrati che hanno la regia di tutto ciò.

A ben vedere, questi ascari travestiti da meridionalisti che spingono per questa estrema fregatura per il sud sono quelli che pensano che il padrone s’intenerisca con gli schiavi (il borbonismo tricolore), che i Borbone erano tiranni distanti dalle delizie repubblicane, che è bello sentirsi italiani dalle Alpi al Capo Lilibeo (anche nello sport…), che i briganti furono gli antesignani delle lotte popolari codificate nel veniente comunismo…

Non sanno che la sovranità da noi era del Re solo quando ce n’era uno degno di guidare la nazione…

Con questa gente non andremo da nessuna parte e bisogna isolarli.

In conclusione, non è per forza questo il “lieto” fine dei predatori del 1861. I duosiciliani ci sono ancora. Scrivono, leggono, s’inalberano e possono reagire. I tosco-padani potrebbero rivedere i loro peggiori incubi ancestrali che li vedono scendere al di sotto del Garigliano pieni di superbia tosto trasformata in terrore appena scende l’oscurità. Perché questa terra è abitata ancora da un numero, fortunatamente ancora sottostimato, di BRIGANTI!

Vincenzo Gulì

 

 

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VOGLIA DI FEDERALISMO…

 

FEDERALISMO, ULTIMO SPECCHIETTO PER LE ALLODOLE DEL SUD

 

SECESSIONE E FEDERALISMO

 

ANCORA PRO E CONTRO IL FEDERALISMO

 

PRO E CONTRO IL FEDERALISMO

 

DALLE NUOVE REGIONI E DAL FEDERALISMO UN’OPPORTUNITA’ UNICA PER IL RISCATTO DEL SUD