COMUN.STAMPA DEL 2/1/18:

Gli sparuti sostenitori della squadra di Bergamo presenti alla partita di Coppa Italia a Napoli hanno esposto uno striscione con l’immagine dello pseudo-scienziato sabaudo Cesare Lombroso. Pochi sanno di costui che in piena guerra di resistenza all’invasione tosco-padana  del 1861, ad arte detta brigantaggio,  teorizzò con sofismi vari la propensione al crimine e l’inferiorità delle popolazioni della Bassa Italia. L’odierna Italia ancora espone i crani dei nostri antenati trucidati nel loro sogno d’indipendenza in un normale museo a Torino. Ma la provocazione al San Paolo è stata enorme perché dettata dal più puro razzismo di cui sono notoriamente saturi i settentrionali, dimostrandolo a più riprese nel calcio. Se tutti gli spettatori dello stadio di Fuorigrotta avessero conosciuto la storia non sappiamo come sarebbe finita per i supporter nerazzurri. Intervengano le istituzioni non solo sportive se ancora sono attive anche per i Napolitani, con la stessa solerzia con cui impediscono di entrare alle bandiere identitarie delle Due Sicilie..

 

UFFICIO STAMPA

Coerenti con lo spirito dei Neo Borbonici Attivisti abbiamo mandato questo preannuncio di azione legale agli interessati con urgenza per il possibile Daspo. A seguire l’iter necessario per tutelare con i fatti il Napoli, Napoli ed i Napoletani (nonchè i Napolitani e Siciliani tutti interessati).

 

Alla c.a. di

  • Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive

              presso Ministero Interni

ROMA

  • Sindaco di

NAPOLI

  • Organi Giustizia Sportiva presso FIGC

ROMA

  • SS Calcio Napoli

NAPOLI

            Nella partita di Coppa Italia del 2 gennaio 2018 Napoli-Atalanta, il gruppetto di sostenitori della squadra ospite presente nel settore riservato ha esposto uno striscione altamente offensivo a carattere fortemente razzistico. Nessuno ne ha impedito l’introduzione ed è rimasto visibile per tutta la gara. Esso mostrava l’immagine di Cesare Lombroso, antropologo e criminologo veronese al servizio dei Savoia, che, durante la guerra civile postunitaria in atto detta brigantaggio, divulgò teorie razzistiche contro i meridionali della neonata Italia. E’ notoria l’infondatezza delle sue argomentazioni, smentite successivamente da veri esperti in materia, ed è parimenti notorio il danno culturale prodotto nella nuova nazione da allora irrimediabilmente spaccata per cause ritenute innate, irremovibili, endemiche, in atre parole razziali. Il tutto aggravato dalla riapertura pochi anni fa dell’apposito museo a Torino dove sono attualmente esibite le teste mozzate ai cosiddetti briganti per essere esaminate faziosamente dal Lombroso. E’ ancora notoria l’ostilità della tifoseria atalantina verso i Napoletani, come notorio il vanto di Bergamo di essere la città che fornì buona parte dei famosi Mille, “leggendari eroi garibaldini”.

Per queste ragioni lo striscione portato al San Paolo di Napoli viola leggi nazionali e internazionali relative allo sport e ai codici penali (violazione specifica della Legge Mancino del 25 giugno 1993 n. 205). Esso induce ad una recrudescenza dell’odio, evidentemente non solo sportivo, tra Nord e Sud, riesumando aspetti assai delicati della storia italiana che potrebbero avere sviluppi non facilmente arginabili.

Questa vicenda è tanto più assurda se si pensa al fatto che negli ultimi tempi al San Paolo c’è il divieto assoluto, attentamente imposto,  di introdurre bandiere storiche delle Due Sicilie quando esse rappresentano solo un simbolo culturale come avviene a Firenze per il Giglio, a Udine per l’aquila asburgica e così via.  Anche su questo argomento bisogna riconsiderare l’attuazione della normativa.

Nell’attesa di istruire una congrua denunzia alle autorità competenti, con prove materiali e testimoniali, si invitano i destinatari di questo preannuncio di azione legale ad intervenire sollecitamente per la tutela dell’onorabilità dei Napoletani e per individuare i colpevoli di:

  1. Introduzione di striscione non autorizzato e gravemente lesivo
  2. Mancato controllo delle forze dell’ordine all’ingresso dei tifosi ospiti
  3. Mancato controllo degli addetti alla sicurezza interna dello stadio sia all’ingresso dei tifosi ospiti sia durante l’intero incontro.

In particolare si sollecitano i primi destinatari ad agire entro lo stretto termine previsto dalla legge per comminare immediatamente il DASPO ai responsabili sostenitori dell’Atalanta. Fatta salva ogni ulteriore azione civile e penale.

Napoli, 3 gennaio 2018

Prof. Vincenzo Gulì

PRESIDENTE

Avv. Rocco Condoleo

UFFICIO LEGALE