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La nostra terra è oggetto di scempio da tempo per la cupidigia dei finanzieri e l’accondiscendenza degli ascari che qui allignano a profusione. Da più parti sorgono voci generiche spontanee contro l’assurda strategia industriale di cercare idrocarburi devastando i mari senza curarsi dei danni quasi irreversibili arrecati con risultati inferiori, anche economicamente, alle risorse sprecate. Senza volerci mescolare con popolazioni e territori che ci ostacolano da un secolo e mezzo, riprendiamo il nostro slogan ” ‘a terra è ‘a nosta e nun s’adda ucca’ ” e scendiamo prima in piazza e poi alle urne per difenderla concretamente. Infatti il prossimo referendum del 17 aprile potrebbe rallentare il biocidio della nostra terra votando SI al fermare le trivelle. I partiti italiani, strumenti della plutocrazia, puntano sulla disinformazione e sullo scetticismo ad usare il diritto di voto per far cadere senza il quorum prescritto il referendum. Pur confermando la massima sfiducia nelle consultazioni elettorali di questo paese, il 17 potrebbe essere l’occasione per il SUD, che finalmente sempre più persone chiamano DUE SICILIE, per compattarsi e votare non solo per vincere una battaglia indubbiamente buona, ma soprattutto per dimostrare che i popoli napolitani e siciliani sono ancora vivi. Ciò indurrebbe gli oppressori a preoccuparsi  e i manifestanti a caricarsi in vista di lotte ben più ardue e decisive. Il P2S sarà, come suo costume, tra la gente nella capitale sabato prossimo 9 aprile al largo tra via Toledo e via Diaz, dalle 10 alle 12,  per illustrare le ragioni di questa sacrosante battaglia a difesa del nostro futuro.