Trovarsi in Irlanda, nazione liberatasi quasi del tutto dalla colonizzazione inglese, è una ricca opportunità per paragoni ed esempi.

1. Dalla capitale Dublino

Note: La capitale della libera Repubblica d’ Irlanda è piena di ricordi storici (con monumenti, quadri, lapidi, odonomastica, statue, musei ecc.) che perpetuano ai posteri le gloriose tappe dell’indipendenza che proprio l’anno prossimo vivrà il suo centenario dalla famosa Easter Rising (Pasqua di Resurrezione) del 1916. Nella fig. 3 sono sotto il monumento a James Larkin nella sequela di statue dell’importante arteria centrale O’ Connell Street; nella fig. 5 le sculture lungo il fiume che rappresentano la disperazione popolare di metà Ottocento (the Great Famine cioè la grande crisi per fame) voluta da Londra che spazzò via metà degli irlandesi tra morti ed emigrati; nella fig. 4 il particolare della mamma che trascina sulle spalle la figlioletta morta; nella fig. 8 grande entusiasmo in un Pub per il Gaelic Football che è il calcio locale con regole del tutto diverse da quello odiato inglese (che noi adottiamo) per distinguersi: ad esempio si usano anche le mani e si segnano reti in porta e sopra la porta…

 

 

Serata al Johnny Fox Pub di Glenncullen, sulle colline nei pressi della capitale, locale tipico con una storia importante. Nel XVIII sec. La persecuzione inglese verso i cattolici era terribile al punto di vietare la celebrazione della Santa Messa. Per sfuggire all’oppressore i dubliner si riunivano per il rito clandestino sulla montagna in questo edificio trasformato internamente in chiesa. In seguito è rimasto il carattere fortemente identitario del posto attualmente pieno di oggetti antichi e cimeli storici che ricordano la lotta per l’indipendenza d’inizio Novecento.

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  1. da Belfast

L’Irlanda conta quattro regioni da ovest a est Munster, Connacht, Leinster (con Dublino),  e Ulster, in gran parte in possesso dei colonizzatori inglesi che la chiamano Regno dell’Irlanda del Nord. Capoluogo dell’Ulster è Belfast (secondo Londra è capitale del regno la cui regina è sempre Elisabetta II).  Dal 1921 (creazione della Repubblica d’Irlanda) l’Ulster cerca disperatamente di liberarsi dalle catene britanniche. Una sanguinosa lotta divampò anche una trentina di anni fa con la triste vicenda di Bobby Sands e degli altri ragazzi immolatisi per la Patria divisa. I peggiori unionisti (cioè lealisti con Londra) sono i protestanti locali che angariano ad ogni occasione i cattolici, fedeli a Dublino. Questi ultimi sono stati ghettizzati in periferia dove ostentano orgogliosamente bandiere irlandesi, simboli cattolici, graffiti storici, souvenir identitari e ogni possibile strumento per ricordare la loro storia. I quartieri cattolici sono attraversati dalla Falls Road che abbiamo seguito con tappe molto significative. Qui tutti sanno tutto e aspettano l’ora della liberazione. Giusto il contrario di quello che accade nell’attuale Meridione d’Italia… Grande rispetto per il partito che lotta per l’indipendenza, il celebre Sinn Féin, e per la mitica I.R.A., braccio armato per la lotta a Londra. Per le grandi celebrazione del primo centenario dell’indipendenza che cade l’anno venturo ci sarà un simbolo che un secolo fa divenne il mezzo per unire e far solidarizzare gli irlandesi in rivolta: un giglio (della specie californiana detta Easter Lily subito collegato a Easter Rising) veniva offerto dalle donne che combattevano accanto ai loro uomini ai passanti di tutte le città dell’isola per raccogliere fondi da versare alle famiglie colpite dai lutti di guerra. Questo fiore ci riempie di gioia perché unisce ancora più saldamente il popolo irlandese e quello duosiciliano che deve ispirarsi agli abitanti dell’Éire (nome che viene dal gaelico) se vuole ritrovare il suo libero avvenire. I gigliati del Mediterraneo e quelli dei mari del nord gridano all’unisono la voglia di LIBERTA’!