secesionismo

Quadro assai suggestivo, che mostra i paesi nel dopo guerra e attuali con una proliferazione impressionante di nuovi stati e spinte separatiste, induce a qualche riflessione. Indubbiamente la massoneria ha deciso questi frazionamenti ma occorre precisare due cose. La prima che qualcuno pur le sfugge al controllo (vedi la Crimea), la seconda è che si vuole indebolire gli stati che non obbediscono ciecamente (potrebbe essere il caso dell’Argentina con i mapuches). L’Italia è perfettamente schiava di quel potere e quindi non c’è da sperare molto in facili secessioni gigliate. Ciò non toglie che le Due Sicilie sono l’espressione dello stato più antico e importante tra tutti i colori sorti sulla cartina in questi 70 anni. La sua liberazione certamente non sarà agevolata ma ostacolata con ogni mezzo, in primis quello della divisione tra varie regioni meridionali e tra quelle citrafaro e ultrafaro. Ma la sua rinascita deve essere perseguita perché è giusta e, soprattutto, perché è temuta dalla plutocrazia globalizzata. Essa potrebbe diventare il riferimento per il riscatto di tutti i popoli colonizzati e vero antidoto al veleno neogiacobino che travia il pianeta. Come avvenne proprio a Napoli 216 anni fa con il trionfo dei Sanfedisti.

 

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