Gli Inglesi avevano messo piede in Sicilia dopo la strana alleanza del 1799 e si comportavano in coerenza al proprio carattere tracotante e invadente in tutte le faccende riguardanti l’isola. In quell’estate 1860 i fermenti portati a forza dall’invasione delle camicie rosse avevano così rapidamente fatto alzare la cresta ai cosiddetti galantuomini, allo sparire delle forze dell’ordine borboniche, che il popolo minuto non ce la faceva più. Infatti aveva constatato che tutte le promesse di miglioramento sbandierate dai liberali erano miseramente fallite per stringere nell’oppressione più dura le classi meno abbienti.

In tal modo in diversi paesi “liberati” scoppiano reazioni popolari contro i tricolorati fiancheggiatori dei garibaldeschi. A Montemaggiore, Linguaglossa, Randazzo, Centuripe e Castiglione il caos regna sovrano con molte lamentele rivolte dai compari a Garibaldi per “zittire la plebaglia”. Solo quando le proteste partono da Bronte, alle falde dell’Etna, da britannici eredi della famosa Ducea regalata a Nelson il comando garibaldino si decide a intervenire. Nella città del pistacchio parecchi benpensanti erano stati fatti fuori dalla folla che non tollerava il loro smoderato desiderio di approfittare degli avvenimenti recenti. All’alba del 6 agosto, esattamente 150 anni fa, guidati da Nino Bixio giungono circa mille  cosiddetti garibaldini, perché oltre la metà era formata da compagnie di soldati piemontesi! La cittadina, che contava allora quasi dieci mila abitanti, subisce una punizione severissima, anteprima di quelle atrocità che assaggeranno i duosiciliani al di là del faro con il brigantaggio. La tecnica storiografica è inaugurata a Bronte e sarà iterata sul continente. Come per gli scontri armati i mass media diffondono solo le narrazioni dei vincitori che stravolgono i numeri presentando vittorie esaltanti in inferiorità di uomini e mezzi, così per le rappresaglie si ingigantiscono le colpe dei civili e si minimizzano le vittime della repressione. Si legge sui falsi libri di storia che solo cinque furono i fucilati, tra cui addirittura qualche simpatizzante unitario, anche se si aggiungono moltissimi prigionieri la cui sorte non è stata ancora chiarita. Testimonianze locali tramandano invece notizie ben più realistiche e tremende: i garibaldeschi arrivarono a Bronte sparando  verso qualunque cosa si muovesse e stanando i poveri abitanti  nelle case, con stupri e sacco. La strage colpisce certamente diverse centinaia di innocenti. Il processo e la fucilazione fu solo un fatto successivo da inoltrare a chi non sapeva la verità.

 

IL Sanfedista