Ogni tanto si sente parlare di qualche progetto di una nuova banca da collocare nell’Italia meridionale che è l’unica macroregione europea senza un istituto di credito proprio. 

Molti esperti della storia italiana degli ultimi sessant’anni sono fermamente scettici. Si potrebbe sintetizzare: IERI CASSA PER IL MEZZOGIORNO, OGGI BANCA DEL MEZZOGIORNO. CAMBIARE TUTTO AFFINCHE’ NULLA CAMBI. Siamo nella mentalità del Gattopardo e quindi nel modo di governare dei padroni venuti dal nord che, evidentemente, non è mutato affatto dopo 150 anni di profondi cambiamenti di qualsiasi natura che hanno però salvaguardato sempre coloro che detengono le leve del potere afferrate mediante le coccarde tricolori dei bersaglieri.

Molti altri che conoscono la vera storia  del sud Italia, o per lo meno la stanno apprendendo un po’ alla volta, sono oltre che scettici assai preoccupati. Noi stiamo con loro e vi spieghiamo il perché.

Le direttive per questo possibile istituto gravitano sempre su questi precetti inaccettabili: lineamenti costitutivi e controllo  al governo, capitale di minoranza al Tesoro, promotori pubblici quali Poste Italiane e Banche Cooperative, capitale di maggioranza ai privati,  obiettivi di investimento piccole medie imprese tipiche locali, obiettivi di raccolta anche attraverso speciali titoli di risparmio agevolati.

All’apparente novità di molti elementi formali dell’istituto (ad incominciare dalla ragione sociale probabilmente accattivante) ci sono due considerazione da fare preliminarmente:

  • Il principio dichiarato che nel Mezzogiorno debbano sopravvivere solo piccole e medie imprese
  • L’altro principio sottinteso che le banche attualmente operanti sul territorio raccolgono per investire fuori dal territorio.

Grazie ma non ci interessa!

Il Sanfedista